L'oltraggiosa campagna complottista
“Con il vaccino ci siamo giocati anche Gino Strada”, si ripete il disgustoso sciacallaggio dei No Vax
Gino Strada, la morte di Gino Strada, oggetto dello sciacallaggio dei No Vax. Di nuovo, puntualmente. È diventato ormai una sorta di genere letterario, un filone, una scuola di pensiero e di sospetto e di oltraggio – chiariamolo – che si replica in ogni circostanza. Era successo con la scomparsa di Raffaella Carrà, con quella di Libero De Rienzo, con quella di Carla Fracci: ai tempi della pandemia da coronavirus e soprattutto della campagna vaccinale e del Green Pass i vip non sono più liberi di morire a causa di qualsiasi causa che non siano i vaccini.
Strada, fondatore di Emergency, medico chirurgo, è morto a 73 anni. Da anni soffriva di problemi al cuore. È morto, riporta Lapresse, mentre era in vacanza in Normandia, Francia, con la seconda moglie Simonetta che aveva sposato lo scorso giugno. E sui social network è partito subito lo sport preferito dei complottisti internauti: il tiro al vaccinato.
“Cor vaccino se semo giocato pure Gino Strada … vabbé un piddino in meno”, scrive elegantemente uno con particolare gratuito e pretestuoso nonché falso. “La doppia dose di Pfizer avrà accentuato i suoi problemi di cuore?”, si chiede un altro retoricamente come un altro ancora: “Azzardo un’ipotesi: e se il vaccino avesse aggravato le sue condizioni di malato di cuore?”. I soliti sospetti: “Signori non so voi ma a me questa ecatombe di personaggi noti mi rimane molto ma molto strana. Insieme ai tanti casi di ragazzi mancati per malore che si leggono solo sui giornali locali”. E qualcuno che verifica le fonti sui social: “Mi confermate che ha fatto il Vaccino?”.
Si potrebbe continuare, anche peggio. Ancora più numerosi sono tuttavia i commenti di chi sottolinea la tempestività e la puntualità ormai rodate e disgustose degli anti-vaccinisti: neanche dopo 15 minuti la diffusione della notizia da parte de Il Corriere della Sera sono partiti i primi post complottisti.
La posizione di Strada era chiara: aveva detto che avrebbe fatto il vaccino, come faceva puntualmente anche per operare in aree di guerra, ed era a favore della liberalizzazione dei brevetti per aumentare la produzione ed estendere ulteriormente la diffusione dei preparati anti-covid. “Nessuno è al sicuro finché tutti sono al sicuro, soprattutto in una pandemia come questa – aveva detto a gennaio a Piazza Pulita – e c’è una sola soluzione. Che si aumentino i centri di produzione del vaccino anti Covid”.
Emergency l’aveva fondata nel 1994 con alcuni colleghi e la prima moglie, sposata nel 1971 e scomparsa a causa di un tumore nel 2009, Teresa Sarti, prima presidente dell’Ong. Strada si era specializzato in chirurgia cardiopolmonare e per anni aveva lavorato con il Comitato Internazionale della Croce Rossa in aree di crisi e di guerra. Solo fino al 2013 l’associazione ha fornito assistenza gratuita a più di sei milioni di pazienti in sedici Paesi in tutto il mondo. L’organizzazione aveva offerto supporto al sistema sanitario anche contro la pandemia da coronavirus: soprattutto nella prima fase, quella più acuta e drammatica, nella primavera del 2020, in Lombardia, la Regione più colpita, e soprattutto tra Bergamo e Brescia.
“Non ho alcun dubbio sul fatto che i vaccini abbiano rappresentato un passo avanti fondamentali della medicina. Come tutti i farmaci hanno degli effetti collaterali, vanno usati con intelligenza e bisogna stare attenti a certe posizioni massimaliste o senza base scientifica. Dire che i vaccini fanno male o sono pericolosi è una fesseria”, aveva detto Strada ad Askanews. Il fondatore di Emergency aveva ipotizzato che la pandemia andrà verso la sua risoluzione nel giro di due o tre anni almeno.
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