Otto assoluzioni e due condanne. Rovesciate le richieste della procura di Roma nell’ambito di uno dei filoni del processo Consip. Assoluzione per Alfredo Romeo, Tiziano Renzi, Luca Lotti e Italo Bocchino. E’ quanto deciso dai giudici dell’VIII sezione del tribunale di Roma al termine del processo di primo grado che vedeva imputati, oltre all’imprenditore napoletano (editore del Riformista e de L’Unità), anche l’ex parlamentare Italo Bocchino, il papà di Matteo Renzi e l’ex ministro dello Sport Lotti.

Le assoluzioni sono state perché “il fatto non sussiste” o “il fatto non costituisce reato“. Le uniche due condanne sono state decise per l’ex maggiore del Noe, Giampaolo Scafarto (un anno e 6 mesi) e per l’ex ufficiale dell’Arma, Alessandro Sessa, che ha avuto tre mesi. Entrambi sono stati condannati anche al pagamento di una provvisionale di 50mila euro immediatamente esecutiva nei confronti del ministero della Difesa.

Cadute le accuse, invece, ed assoluzione piena, nei confronti di Emanuele Saltalamacchia, ex comandante dei carabinieri della Regione Toscana; dell’ex presidente di Publiacqua a Firenze, Filippo Vannoni; il manager Stefano Massimo Pandimiglio; il dirigente Carlo Russo.

“Il tribunale di Roma ha assolto con ampia formula perché il fatto non sussiste l’avvocato Alfredo Romeo da tutte le contestazioni (corruzione; turbativa di gara: traffico di influenze illecite) mosse dalla Procura con riferimento alla gara FM4 indetta e gestita da Consip negli anni 2014-2016. Viene così smentita anche in questo processo l’impostazione accusatoria che aveva infondatamente contestato i reati all’avvocato Romeo e viene ancora una volta accertata la correttezza dell’operato della società Romeo Gestioni nelle gare indette dalla Consip come già acclarato in altri giudizi”. E’ quanto affermano i difensori di Romeo, Alfredo Sorge e Gian Domenico Caiazza.

Le richieste della procura di Roma

Nell’inchiesta avviata nel 2016, la procura contestava, a vario titolo e a seconda delle posizioni, i reati di traffico di influenze illecite, rivelazione del segreto, falso, favoreggiamento, millantato credito e tentata estorsione. Per l’ex ministro dello Sport Luca Lotti e per l’ex parlamentare Italo Bocchino il pm Mario Palazzi aveva chiesto lo scorso dicembre un anno di reclusione in relazione al caso legato alla centrale acquisti della pubblica amministrazione. Era stata chiesta la condanna a 2 anni e 6 mesi per l’imprenditore Alfredo Romeo (assolto lo scorso gennaio 2023 nel processo sulla maxigara Consip da quasi 3 miliardi), e a 5 anni per l’imprenditore Carlo Russo.

Per l’ex ufficiale del Noe Gianpaolo Scafarto era stata chiesta una condanna a 1 anno e 10 mesi, mentre per il colonnello Alessandro Sessa è stata sollecitata una condanna a 3 mesi: per loro era caduta l’accusa di depistaggio.

Romeo, il carcere e l’assoluzione dopo 7 anni

Romeo venne addirittura arrestato il primo marzo del 2017 e dopo oltre tre mesi di carcere a Regina Coeli e due agli arresti domiciliari, il tribunale del Riesame di Roma (dopo che la Cassazione aveva accolto l’istanza presentata dai legali di Romeo) dispose l’annullamento dell’ordinanza (perché non esistevano le esigenze cautelari) e la riabilitazione delle imprese dell’imprenditore napoletano.

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Redazione

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