Lorenzo Borré, l’avvocato che tutti chiamano “Cassazione dei Cinque Stelle”, ha vinto un’altra volta. Il ricorso presentato a Napoli come istanza di rigetto della sentenza dello stesso Tribunale – che inficia le ultime votazioni su Skyvote e ripristina lo statuto del M5S ante Conte – lo vede vincere ancora una volta sui maggiorenti grillini. Che fanno spallucce, e in una nota ieri annunciano di voler ignorare la sentenza.

M5S continua a dire che la volontà politica è chiara, e che Conte è il leader.
Per esprimere un leader, in democrazia, devi passare per le procedure statutarie. E anzi dirò di più: le procedure sono parte del processo democratico. E comunque non risponde alla mia concezione della democrazia la possibilità di concorrere alla carica di presidente da parte di un solo candidato.

Come fa notare la stessa Commissione sugli Statuti della Camera…
Era previsto anche dal vecchio statuto, che adesso è tornato vigente. Si concorre tra più candidati. Tant’è che hanno voluto modificare lo statuto apposta. Perché Conte non si presenta con l’attuale statuto? Perché non sono mai state fatte le votazioni per la nomina dei componenti del Comitato Direttivo? Ma allora è una democrazia sospesa.

Il paradosso è che il tribunale sembra proprio disconoscere le carte di Conte.
Il Tribunale ha usato una formula, nel rigettare “il documento definito Regolamento”, che è anche di per se stessa dubitativa della natura di quei fogli. Non si dice di respingere uno Statuto, ma un documento interno che qualcuno “definisce regolamento”.

Adesso cosa può e cosa deve succedere?
Secondo i giudici non è credibile che esiste una pezza d’appoggio con la quale lo statuto modificato da Conte è autorizzato. Dunque l’abuso compiuto viene dichiarato tale e certificato. Viene oggi fatta valere la sentenza del 7 febbraio, che diceva: attenzione, per poter escludere gli iscritti juniores, occorre una delibera del comitato direttivo.

È quello quindi il passaggio necessario?
Se il Movimento vuole ottemperare alle decisioni della giustizia, deve procedere alla nomina dei componenti del Comitato direttivo. Come d’altronde dice anche Beppe Grillo.

Sembra che lo stesso Grillo quindi non venga ascoltato.
Non viene ascoltato malgrado sia indicato come interprete autentico dello Statuto. E anzi, peggio: viene smentito.

Una parabola contraddittoria, quella del Movimento che passa dalla democrazia diretta al candidato unico autoimposto al vertice.
Un paradigma pericoloso, non solo contraddittorio. Hannah Arendt diceva: “Lo Stato totalitario passa attraverso il partito totalitario”. Queste cose sono rivelatorie dell’idea di politica che si ha in mente.

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Ph.D. in Dottrine politiche, ha iniziato a scrivere per il Riformista nel 2003. Scrive di attualità e politica con interviste e inchieste.