Il campanello d’allarme è suonato chiaro e forte: Giuseppe Conte non è in grado di ‘controllare’ i gruppi parlamentari. L’ex premier e leader del Movimento 5 Stelle ha dovuto ingoiare il boccone amarissimo della sconfitta del suo fedelissimo Ettore Licheri, capogruppo uscente al Senato che per evitare una battaglia interna e una sconfitta clamorosa ha fatto un passo indietro e ceduto la leadership del gruppo parlamentare a Mariolina Castellone.

Sarà la ricercatrice del Cnr in campo oncologico, già vicepresidente del gruppo M5S al Senato e vicina al ministro degli Esteri Luigi Di Maio, a guidare i pentastellati di Palazzo Madama.

Una retromarcia, quella di Licheri, arrivata dopo il primo voto dei senatori che era finito in un pareggio a sorpresa: 36 voti a testa, mentre alla vigilia il capogruppo uscente era dato vincitore.

Una mazzata per Conte, nonostante le dichiarazioni di facciata. “Abbiamo avuto un incontro di grande armonia e riflettuto insieme. C’è stata la disponibilità di Ettore Licheri a lasciare spazio a Mariolina Castellone e, preso atto di questa disponibilità, abbiamo deciso insieme che conviene dare subito spazio a Mariolina con la piena fiducia di tutti”, ha spiegato l’avvocato di Volturara Appula, definendo la scelta come “l’occasione, con i fatti, per dimostrare che chi ci vuole divisi e scrive fandonie quotidianamente sul Movimento non coglie mai nel segno”.

Sembrano invece quasi ‘ironiche’ le parole usate da Luigi Di Maio dopo la nomina della Castellone a capogruppo. La sua fedelissima “interpreterà al meglio il nuovo corso di Giuseppe Conte”, ha sottolineato infatti l’ex leader politico pentastellato, che definisce la neo capogruppo “una persona che sicuramente vi stupirà perché è veramente un alto profilo”.

Dietro la mancata riconferma di Licheri al Senato c’è la balcanizzazione delle truppe grilline, col Movimento da tempo ormai in rotta al suo interno tra i fedelissimi di Conte, l’anima barricadera ‘dibattistiana’, i governisti vicini a Di Maio. L’ultima occasione di scontro interna era stata la decisione di Conte di mandare in tv soltanto i cinque vicepresidenti pentastellati, Paola Taverna, Mario Turco, Riccardo Ricciardi, Michele Gubitosa e Alessandra Todde.

Ma all’orizzonte c’è un secondo appuntamento che si preannuncia delicatissimo per l’ex presidente del Consiglio, l’elezione del capogruppo alla Camera. A Montecitorio infatti il mandato di Davide Crippa, vicino al garante Beppe Grillo, scade a fine dicembre, ma i vertici hanno deciso di anticipare il voto a metà mese.

Conte aveva già provato a ‘rimuoverlo’ dal posto, ma Crippa gode di un ampio consenso interno. Anche per questo per Conte è complicato anche trovare candidati intenzionati a sfidarlo: gli ex ministri Lucia Azzolina e Alfonso Bonafede si sono già sfilati.

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia