E per fortuna che doveva essere il punto di riferimento per i progressisti. Giuseppe Conte, neo leader del Movimento 5 Stelle, dopo giorni di silenzio sull’Afghanistan torna a parlare e crea subito un caso politico. Le sue dichiarazioni sul ritorno dei talebani alla guida del Paese, dopo 20 anni di ‘protettorato’ occidentale, fanno discutere.

Mercoledì sera l’ex presidente del Consiglio da Ravello, in provincia di Salerno, per la presentazione dei un libro ha parlato di “necessità di un serrato dialogo con il nuovo regime talebano, che si è dimostrato abbastanza distensivo”. Pur dichiarandosi “sgomento” per il rovesciamento del precedente governo e l’insediamento del nuovo Emirato islamico, Conte ha aggiunto che con il gruppo islamico c’è la necessità “di un dialogo costante” perché “sullo sfondo c’è da interrogarsi sul fatto che non è con le armi che risolveremo problemi così”.

Da qui anche l’apertura a Russia e Cina, che “devono sedersi al tavolo e l’occidente deve coinvolgere tutta la comunità internazionale per tenere i talebani dentro un dialogo serrato per proteggere il lavoro fatto e garantire sicurezza a tutti”.

Parole che hanno alzato un polverone nella stessa maggioranza. L’apertura ai Talebani, che dopo alcuni giorni di ‘moderazione’ hanno iniziato a sparare contro i manifestanti in piazza con le bandiere tricolori, e a regimi come quello russo e cinese, sono stati fortemente criticati.

A scagliarsi contro l’ex premier è stata in particolare Italia Viva. Gennaro Migliore ha definito le parole di Conte “un insulto a chi sta soffrendo, a chi si nasconde, a chi fugge. Perché sa bene di cosa sono capaci i Talebani”. A rincarare la dose Luciano Nobili, che ha parlato di “parole vergognose” tirando in ballo “l’abbaglio del PD e della sinistra italiana che lo ha eletto a punto di riferimento dei progressisti”.

E sempre dai renziani Michele Anzaldi, deputato e segretario della commissione di Vigilanza Rai, attacca il Tg1 che “censura l’imbarazzante uscita di ieri sera di Conte che vuole dialogare con i talebani: l’edizione delle 13.30 ha totalmente oscurato sia la notizia sia il sonoro del leader M5s a Ravello, trasmesso invece da tutti gli altri tg. Quanto ancora può andare avanti questa disinformazione sulla tv pubblica? Che aspettano i nuovi vertici Fuortes-Soldi a intervenire e far tornare il giornalismo in Rai?”.

 

Bordate arrivano anche da Vittorio Sgarbi definisce “vergognose” le dichiarazioni di ‘credito’ di Conte sui talebani. Spiega infatti il parlamentare: “Mentre da Kabul arrivano le prime notizie di rastrellamenti casa per casa da parte dei talebani, di donne che fuggono e si nascondono per paura di ritorsioni, di spari sulla folla, di bambini terrorizzati che cercano riparo all’aeroporto, il leader dei 5 Stelle, sempre più imbarazzante, auspica ‘un dialogo serrato con i talebani, il regime si è dimostrato distensivo’. La sua posizione è quella della Cina. Non c’è che dire: da avvocato del popolo ad avvocato dei talebani è un attimo”.

Ma a frenare Conte e la sua uscita è anche il Partito Democratico con la sua capogruppo in Commissione Esteri, Lia Quartapelle. “Un conto è interagire con i talebani per il ponte aereo. Un conto sarà dopo – chiarisce la deputata Dem -. L’Italia non dialoga con i terroristi ne con chi compie crimini contro l’umanità. Non cambieremo idea per una conferenza stampa mentre i talebani sparano su nuclei resistenti e le donne sono terrorizzate”.

LA ‘RISPOSTA’ DI DI MAIO –  Una indiretta risposta alle parole di apertura di Conte nei confronti dei talebani arriva però dall’ex leader politico dei 5 Stelle, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio. Durante il suo intervento alla ministeriale del G7 il titolare della Farnesina ha chiarito infatti come sia “importante agire in maniera coordinata nei confronti dei talebani. Dobbiamo giudicarli dalle loro azioni, non dalle loro parole“. Di Maio ha quindi spiegato che il mondo occidentale al momento ha a disposizione “qualche leva, sia pur limitata, su di loro come l’isolamento dalla comunità internazionale e la prosecuzione dell’assistenza allo sviluppo fornita finora. Dobbiamo mantenere una posizione ferma sul rispetto dei diritti umani e delle libertà, e trasmettere messaggi chiari tutti insieme”.

Il ministro, finito nel mirino dei partiti per il suo Ferragosto al mare sul litorale pugliese, mentre Kabul cadeva nelle mani dei talebani, ha speso parole anche nei confronti del popolo afghano e in particolare delle donne, che “hanno combattuto e pagato un prezzo costoso per far progredire le loro condizioni e noi li abbiamo sostenuti in questo sforzo.  Non possiamo ora permetterci battute d’arresto sui progressi compiuti in materia di diritti umani e libertà civili“.

Afghanistan che invece, ha spiegato Di Maio intervenendo al G7, non deve diventare “di nuovo un terreno fertile per il terrorismo. Questo è un chiaro esempio di un interesse condiviso che possiamo perseguire solo in stretta collaborazione con i principali attori regionali, che dobbiamo coinvolgere immediatamente e in modo coordinato”

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia