È sempre colpa delle accise. O almeno in buona parte. Insieme con la guerra in Ucraina e l’aumento del prezzo del Brent. Fatto sta che gli aumenti sulla rete carburanti, secondo le rilevazioni di Quotidiano Energia, continuano a crescere: il prezzo del gasolio “supera di poco la benzina, posizionandosi sopra i 2,3 euro al litro in modalità servito e oltre i 2,2 auro nel self. Salgono anche Gpl e metano auto”. Il prezzo medio della benzina in modalità self è al 2,217 al litro, diesel a 2,220. Per quanto riguarda il servito si parla rispettivamente di 2,323 euro al litro e 2,333 euro al litro. E quindi si tornano a criticare le immortali e invincibili, le solite accise.

Queste tasse che riguardano prodotti che la cittadinanza è praticamente costretta ad acquistare, e che nonostante le promesse e non vengono mani eliminate o tagliate. Si tratta di una componente del prezzo dei carburanti, un’imposta, una tassa che lo Stato pone sulla vendita di un prodotto di consumo. Un esempio di tributo indiretto. Sono state introdotte per fronteggiare disastri naturali e altre situazioni di emergenza, una maniera per recuperare fondi. Ancora oggi rappresentano una componente importante nell’economia dello Stato.

Se da una parte garantiscono un gettito immediato, sicuro e costante per le casse erariali dall’altra scattano nel momento in cui i prodotti vengono introdotti nel circuito del consumo. Sono anche facilmente modificabili, da ritoccare al rialzo tramite le aliquote. Quelle che riguardano i carburanti sono sicuramente le accise più note ma in realtà vengono pagate anche per altri prodotti. Qualche esempio: oli minerali e derivati (come benzina, gasolio, gpl, gas metano); bevande alcooliche; fiammiferi; sigarette; energia elettrica; oli lubrificanti.

Le accise più note sono quelle che riguardano i carburanti, e quindi in questi giorni nell’occhio del ciclone. In tutto sono 18, nel 1995 inglobate in un’unica imposta indifferenziata che finanzia il bilancio statale nel suo complesso, quasi 24 miliardi di euro nel 2021. L’ultimo massimo storico era stato raggiungo nel 2014, quando si pagavano 0,73 euro di accisa per ogni litro di carburante. Le fantomatiche 18 sono le seguenti:

1) finanziamento della crisi di Suez (1956) – 0,00723 euro;

2) ricostruzione post disastro del Vajont (1963) – 0,00516 euro;

3) ricostruzione post alluvione di Firenze (1966) – 0,00516 euro;

4) ricostruzione post terremoto del Belice (1968) – 0,00516 euro;

5) ricostruzione post terremoto del Friuli (1976) – 0,00511 euro;

6) ricostruzione post terremoto dell’Irpinia (1980) – 0,0387 euro;

7) finanziamento missione ONU in Libano (1982 – 1983) – 0,106 euro;

8) finanziamento missione ONU in Bosnia (1996) – 0,0114 euro;

9) rinnovo contratto autoferrotranvieri (2004) – 0,020 euro;

10) acquisto autobus ecologici (2005) – 0,005 euro;

11) ricostruzione post terremoto de L’Aquila (2009) – 0,0051 euro;

12) finanziamento alla cultura (2011) – 0,0071;

13) finanziamento crisi migratoria libica (2011) – 0,040 euro;

14) ricostruzione per alluvione che ha colpito Toscana e Liguria (2011) – 0,0089 euro;

15) finanziamento decreto “Salva Italia” (2011) – 0,082 euro;

16) finanziamento per ricostruzione post terremoto dell’Emilia (2012) – 0,024 euro;

17) finanziamento del “Bonus gestori” (2014) – 0,005 euro;

18) finanziamento del “Decreto fare” (2014) – 0,0024

Per il ministro per la Transizione Ecologica Roberto Cingolani “i prezzi dell’energia stanno crescendo in maniera assolutamente scorrelata dalla realtà dei fatti, siamo in presenza di una colossale truffa che viene dal nervosismo del mercato ed è fatta a spese delle imprese e dei cittadini”. Secondo l’Adm, l’Agenzia delle accise, dogane e monopoli, su mille litri di benzina si pagano 728,40 euro di accise, mentre per il gasolio 617,40 euro. L’ultima rilevazione settimanale del ministero della Transizione Ecologica di lunedì 7 marzo 2022 riporta i seguenti dati: costo medio della benzina 1,953 al litro, di cui 728,40 centesimi di accise e 352,21 centesimi di Iva. Quindi il prezzo industriale della benzina era 872,53 centesimi. Per il gasolio, invece, su un prezzo di 1,829 euro al litro, 617,40 erano centesimi di accise e 329,8 centesimi di Iva, per un valore netto di 882,05 centesimi.

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Giornalista. Ha studiato Scienze della Comunicazione. Specializzazione in editoria. Scrive principalmente di cronaca, spettacoli e sport occasionalmente. Appassionato di televisione e teatro.