Foto di nudo assolutamente verosimili. Peccato che la persona fotografata non ha mai posato nuda. Come è possibile? Si chiama Bikinioff ed è un app, o meglio un bot, che consente di modificare una foto qualsiasi in un nudo, letteralmente spogliando il protagonista della foto. Non servono programmi di grafica ma un bot e pochi clik. Il risultato è una foto di nudo perfetto: peccato che quelle foto non siano mai state davvero scattate. A impressionare è la rapidità e semplicità con cui vengono prodotti questi scatti falsi che sembrano assolutamente veri.

Il bot è accessibile solo tramite telegram. Fa leva sull’intelligenza artificiale che già in altre occasioni ha stupito per la qualità delle immagini fake realizzate (basti pensare all’immagine di Papa Francesco con il che indossa il piumino bianco). Il bot è un sistema automatico che crea dei deepfake, immagini che fanno leva sull’intelligenza artificiale per elaborazioni profonde e credibili che è quasi impossibile da distinguere dalle originali. Accedere a questo tipo di servizio è facilissimo, ed è proprio questo che spaventa.

Si accede via Telegram e si scarica il bot. Poi basta caricare una qualunque foto e in pochi secondi la foto non avrà più abiti. L’app è gratuita o meglio, la prima foto è gratuita, le altre sono a pagamento. Non c’è alcun tipo di limite di età o controllo per accedervi. Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, l’app è stata realizzata dalla Crystal Future OÜ, azienda di Tallinn, in Estonia, nata nel 2017 e finora artefice di app dedicate al gaming. Chiunque può accedervi e ralizzare dei falsi nudi perché è un bot competamente aperto.

Il bot è balzato alle cronache negli ultimi giorni perchè un gruppo di 13enni della provincia di Roma sono stati accusati di aver modificato con questo particolare bot le foto di 5 compagne di scuola e di averle condivise. Sono stati indagati per produzione di materiale pedopornografico ma l’inchiesta è stata archiviata. Intanto è scattato l’allarme del Garante dell’Infanzia della Regione Lazio: ventisette le segnalazioni da Natale e due, finora, i 14enni indagati per produzione di materiale pedopornografico. Reato grave e situazione fuori controllo. A tal punto il fenomeno è diffuso nelle scuole, soprattutto medie. “Non è una ragazzata – afferma su La Repubblica il garante Monica Sansoni – Riceviamo almeno due segnalazioni a settimana su vari modi di creare immagini pornografiche”. E passa all’azione: “Ho organizzato incontri formativi nelle scuole, nelle parrocchie, nei gruppi sportivi, con il progetto ‘Genitori al centro, missione adolescenza’: gli adulti non hanno la giusta preparazione sul mondo virtuale che i loro figli frequentano”. Il secondo passo sarà fatto verso la formazione dei ragazzi stessi.

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Laureata in Filosofia, classe 1990, è appassionata di politica e tecnologia. È innamorata di Napoli di cui cerca di raccontare le mille sfaccettature, raccontando le storie delle persone, cercando di rimanere distante dagli stereotipi.