Il decreto dell'esecutivo
Cos’è lo “sbarco selettivo”, la linea dei porti chiusi sui migranti del governo Meloni
Le operazioni di “sbarco selettivo” sono continuate nella notte a Catania. Due le navi gestite da ong che hanno soccorso migranti nel Mediterraneo nei giorni scorsi e cui è stato concesso l’attracco nel porto siciliano: la Humanity 1 di SOS Humanity e la Geo Barents di Medici Senza Frontiere. Il governo ha deciso con un decreto annunciato venerdì scorso che a sbarcare siano soltanto le donne, i bambini e le persone considerate fragile. È la nuova linea dell’esecutivo guidato da Giorgia Meloni, che torna sulla traccia segnata dalle politiche dei “porti chiusi” inaugurata dal segretario della Lega Matteo Salvini al tempo del governo Conte 1.
Lo sbarco parziale è previsto da un decreto interministeriale (Interno, Difesa e Infrastrutture) approvato venerdì scorso: la misura prevede che, una volta entrate in acque italiane, le navi delle ong debbano sottoporsi a un’ispezione delle forze dell’ordine italiane per decidere quali migranti possano scendere. Alla fine delle ispezioni, e finite le operazioni di soccorso di donne, bambini e persone ritenute fragili, le navi delle ong devono lasciare il porto e le acque italiane. Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha parlato in conferenza stampa delle navi che devono essere trattate “come un’isola” dello stato di cui battono la bandiera. Il governo di quest’ultimo dovrebbe allora prendersi carico delle richieste d’asilo.
Piantedosi aveva inoltre spiegato che il decreto è stato emesso in base all’articolo 1 comma 2 del decreto legge 130/2020, il cui testo convertito in legge prevede che “il ministro dell’interno può limitare o vietare il transito e la sosta di navi nel mare territoriale”, “fermo restando quanto previsto dall’articolo 83 del codice della navigazione, per motivi di ordine e sicurezza pubblica”. I motivi di ordine e sicurezza pubblica sarebbero rappresentati in questo caso, per uno Stato di circa 60 milioni di cittadini, da qualche centinaio di migranti soccorsi mare in gravi condizioni fisiche e psicologiche. Le leggi internazionali, e in particolare la cosiddetta convenzione di Amburgo firmata nel 1979, prevedono però che gli sbarchi debbano avvenire nel primo “porto sicuro” per prossimità geografica al luogo di salvataggio. Il “porto sicuro” deve essere indicato dall’esecutivo alle navi.
“La priorità assoluta è la salute dei migranti. È un triage clinico, scendono prima i minori e poi le gestanti, tutto il resto verrà controllato uno per uno dai medici del ministero della Salute”, ha spiegato al Gr 1 della Rai il direttore dell’Usmaf Sicilia Claudio Pulvirenti. Dalla Humanity 1 hanno denunciato, come riporta Il Corriere della Sera, che “durante la breve visita medica di ieri sera, quando i 35 sopravvissuti sono stati considerati ‘sani’ dalle autorità italiane, non era presente né un traduttore per valutarne le condizioni psicofisiche, né c’era una valutazione psicologica. Inoltre- ha aggiunto la portavoce di Sos Humanity Petra Krischok – i 35 sopravvissuti hanno diritto a richiedere asilo e a una procedura formale di asilo, che può essere svolta solo a terra”.
“Un’operazione di soccorso si può considerare terminata solamente una volta che tutti i sopravvissuti sono stati fatti sbarcare in un luogo sicuro. Lo sbarco selettivo e parziale, come quello proposto dalle autorità italiane, non è da considerarsi legale secondo le convenzioni di diritto marittimo” sostiene Medici Senza Frontiere. “Secondo il diritto internazionale – prosegue la ong – una nave non è responsabile dell’accoglienza a bordo dei sopravvissuti laddove siano possibili soluzioni alternative. Inoltre, il governo responsabile dovrebbe prendere ogni misura necessaria per far sì che i sopravvissuti restino a bordo il minor tempo possibile, secondo quanto stabilito dalle Linee Guida sul Trattamento delle Persone Soccorse in Mare“.
35 i migranti rimasti a bordo della Humanity 1 che aveva soccorso 179 migranti. Il Capitano Joachim Ebeling ha dichiarato che nella mattina di domenica ha ricevuto la richiesta di lasciare il porto di Catania. Si è rifiutato. “Sarebbe contro le leggi andare via con i sopravvissuti, come mi ha spiegato il mio legale. I naufraghi rimasti a bordo sono in uno stato depressivo e di apatia, siamo profondamente preoccupati per la loro salute mentale. È difficile riuscire a spiegargli quello che sta succedendo ed è qualcosa che io stesso non riesco a capire perché è contro le leggi”. La ong SOS Humanity ha annunciato che farà ricorso al TAR del Lazio.
Geo Barents ha attraccato nel porto di Catania domenica mattina, a bordo 572 migranti. I primi sbarchi sono cominciati nel tardo pomeriggio di domenica. Altre due navi sono al largo della Sicilia – la Ocean Viking, con 234 migranti a bordo, e la Rise Above, 90 migranti – e aspettano indicazioni per attraccare e sbarcare le persone che hanno soccorso. “Questi sono viaggi organizzati. Chi è a bordo di quelle navi paga circa 3mila dollari, che diventano armi e droga per i trafficanti. Sono viaggi organizzati sempre più pericolosi. Bisogna stroncare il traffico non solo di esseri umani che è già grandissimo, ma di armi e droga legato al traffico di esseri umani”, ha detto a Non stop news su Rtl 102.5 il ministro delle infrastrutture Salvini.
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