Massacrò la vicina di casa, per 70 giorni tenne in piedi una messinscena
“Così ho ucciso Carol Maltesi”, in aula il racconto dell’orrore dell’uomo che la colpì a martellate e la fece a pezzi
“Non so perché l’ho fatto”, ha continuato a ripetere Davide Fontana, 40 anni, davanti ai giudici della Corte d’Assise di Busto Arsizio, Varese, nel ricostruire le drammatiche ore in cui uccise Carol Maltesi, 26 anni, e dei giorni successivi in cui la fece a pezzi per poi gettarla in un fosso a Rescaldina. Per lui le accuse sono di omicidio volontario, distruzione di cadavere e occultamento. Una vicenda tremenda che scosse tutta l’Italia per la ferocia del folle gesto. Carol Maltesi lasciò un bimbo piccolo.
Fontana, reo confesso dell’omicidio avvenuto nel gennaio 2021 nella casa di Carol Maltesi, per 70 giorni tenne in piedi una messinscena fatta di bugie e depistaggi. Poi il cadavere abbandonato in quindici pezzi ammucchiati in cinque sacchi di plastica, fu ritrovato il 20 marzo in una scarpata a Paline di Borno, nell’alta Val Camonica bresciana. Durante il processo ha ricostruito il giorno del delitto e quelli seguenti sottolineando, come ha già più volte fatto in passato, che “non ho premeditato nulla”.
Secondo quanto ricostruito da Repubblica, l’uomo, che aveva una relazione sentimentale con Maltesi, l’ha uccisa nella casa di lei mentre giravano un video hard. Secondo le indagini fu lo stesso Fontana a creare un profilo falso su Only Fans e chiedere a Carol quel video. La ragazza aveva annunciato che si sarebbe voluta trasferire per stare più vicino al figlioletto. E forse Fontana mal tollerò quella decisione.
Il 40enne ha raccontato i drammatici momenti di volenza e follia di quella mattina a casa di Carol. “Mentre giravamo il video l’ho colpita alla testa più volte con il martello, mi sembrava morta ma poi mi è sembrato di vedere un movimento della gamba, allora sono sceso a prendere un coltello, modello giapponese, e le ho tagliato la gola per toglierle la sofferenza… Ho iniziato a sezionare il corpo qualche giorno dopo, dopo aver acquistato un seghetto al Brico”. Ai giudici ha raccontato di aver impiegato “tre o quattro” giorni per farla a pezzi, per poi nascondere i resti in un congelatore comprato online, prima di gettarli in una zona isolata a Breno, in provincia di Brescia, dove sono stati poi ritrovati. Dopo il ritrovamento di resti Fontana ha detto di aver pensato di andare dai carabinieri: “volevo andare lì, dire che quei resti erano suoi, tornare a casa e suicidarmi. Mi odio per quello che ho fatto”.
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