L’Ue deve pensare all’introduzione dell’obbligo vaccinale. E’ la proposta avanzata dalla presidente della Commissione Ursula von der Leyen, durante la conferenza stampa sulla situazione Covid, per far fronte alla diffusione nel vecchio continente della variante Omicron altamente contagiosa: “L’obbligo vaccinale è pura competenza degli Stati membri, non sta a me dare raccomandazioni ma la mia opinione personale è che due o tre anni fa non avrei pensato di assistere a ciò che vediamo oggi”, ha detto la presidente della Commissione, invitando a una riflessione sui vaccini che “non vengono usati in modo adeguato dappertutto con un enorme costo per la salute pubblica”.

L’appello lanciato da Von del Leyen è stato accolto dal numero uno di Confindustria, Carlo Bonomi, che spinge sull’obbligatorietà del vaccino a causa di alcuni dubbi che ruotano attorno al Super Green Pass. “Così come è strutturato oggi, non ci convince molto, perché più metti delle particolarità all’interno dell’applicazione più diventa difficile applicarlo”, ha detto, invitando il governo a fare una riflessione sul tema.

Il ruolo dei vaccini

Interpellata sul numero dei vaccinati in Europa, Von der Leyen ha risposto che nel vecchio continente il 77 per cento di adulti ha ricevuto una dose del siero, ma “questo significa che un terzo non lo è. Sono 130 milioni di persone, e sono molti. Non tutti possono essere vaccinati. Penso che sia comprensibile e appropriato parlare dell’incoraggiamento, dell’obbligo, a vaccinarsi con un approccio comune”, ha aggiunto, dichiarando che ulteriori dosi di vaccino di Pfizer-BioNTech per i bambini saranno disponibili dal 30 dicembre e nel primo trimestre del 2022 arriveranno ai Paesi dell’Unione europea 360 milioni di dosi di vaccini mRna. “Abbiamo consegnato all’Ue più di un miliardo di vaccini e siamo soddisfatti che la campagna della terza dose sia partita in diversi Paesi membri”, ha specificato.

La presidente ha ricordato che “la Commissione europea ha concluso il terzo contratto con Pfizer-BioNTech per circa 1,8 miliardi di dosi di vaccini” e che Pfizer-BioNTech e Moderna forniranno “360 milioni di dosi di vaccino mRna entro il primo trimestre 2022: queste dosi saranno sufficienti per fornire la terza dose.

Quella della numero uno della Commissione è una chiamata alle armi rivolta a tutti i capi di Stato e di Governo dei 27 paesi dell’Ue che, per Von der Leyen, dovrebbero intensificare gli sforzi per alzare la risposta immunitaria grazie alla somministrazione dei vaccini.

Le preoccupazioni legate alla variante Omicron

Nella corsa contro il tempo, ribadisce Von der Leyen, non bisogna abbassare la guardia: “L’Oms considera Omicron ad alto rischio, non conosciamo tutto di Omicron, ma sappiamo abbastanza da essere preoccupati”. E poi ha ringraziato il Sudafrica per la velocità con cui ha comunicato alla comunità internazionale l’individuazione della variante Omicron. “Ci hanno dato l’opportunità di agire velocemente. Ogni giorno conta in questa situazione”.

Ma la presidente della Commissione è convinta che l’Ue sia in grado di rispondere positivamente alla quarta ondata. Nonostante l’aumento di casi di Covid-19 stia mettendo a dura prova ospedali e sistemi sanitari del vecchio continente, l’Ue è all’altezza della sfida. La presidente Von der Leyen ha poi reiterato l’invito agli Stati membri dell’Ue di adottare un approccio comune e coordinato per affrontare efficacemente le sfide derivanti dalla quarta ondata di Covid-19 e della variante Omicron. “Siamo nel mezzo della quarta ondata, a livello globale ci sono 250 milioni di casi e oltre 5 milioni di morti, mentre in Europa sentiamo assistendo a una forte recrudescenza della variante Delta”, concentrata “soprattutto nei Paesi con i tassi di vaccinazione più bassi”, ha dichiarato. E poi ha sottolineato che gli scienziati sono già al lavoro per aggiornare il vaccino in grado di rispondere alla variante Omicron.

Ma c’è bisogno di tempo: la presidente della Commissione ha sottolineato che gli scienziati necessitano di circa 100 giorni per portare a punto gli studi sull’efficacia del vaccino contro la nuova variante. “Abbiamo Hera attiva con tutta la rete necessaria dal lato del laboratorio, dal lato scientifico, ma anche dal lato degli studi clinici. E, naturalmente, stiamo lavorando a stretto contatto con l’Ema per accelerare il processo di autorizzazione. Speriamo per il meglio, prepariamoci al peggio”.