È la Lombardia la Regione dove l’onda lunga della crisi leghista emersa dal voto di domenica 25 settembre sta avendo le ripercussioni più evidenti. Al voto ai primi mesi del prossimo anno, il tracollo del Carroccio doppiato nei voti dall’alleato Fratelli d’Italia potrebbe provocare smottamenti importanti sulle candidature.

Un secondo mandato del governatore uscente, il leghista Attilio Fontana, non appare più così solido. Il presidente deve vedersi infatti da colei che gli è più vicino, ovvero la sua vicepresidente e assessore al Welfare Letizia Moratti, chiamata proprio da Fontana ad occuparsi della sanità nel periodo più difficile per la Lombardia durante l’epidemia Covid.

Sono stata chiamata dal presidente Fontana e ho accettato per responsabilità e amore per la mia regione, con l’impegno parallelo di un passaggio di testimone a fine legislatura – ha detto intervistata su Rai Tre da Marco Damilano a ‘Il cavallo e la torre’ – Ho lavorato e lavoro coerentemente a quell’impegno ma coerentemente a quelle indicazioni ho costruito anche una rete civica“.

Un campanello d’allarme per Fontana, rimarcato da parole che fanno scoppiare il caso: “Sono stata chiamata dal presidente Fontana in un momento difficile e ho accettato per responsabilità e amore per la mia regione, con l’impegno parallelo di un passaggio di testimone a fine legislatura”, ribadendo anche il suo ‘no’ ad eventuali incarichi ministeriali nel prossimo esecutivo a guida Giorgia Meloni.

Insomma, una staffetta al Pirellone tra i due che però il governatore corre immediatamente a smentire: “Non ho mai promesso a nessuno un passaggio di testimone al termine del mio mandato. È una prerogativa dei partiti allora come oggi”. Il gran caos spinge Fontana a ribaltare il piano, col presidente lombardo che dopo l’uscita della sua vice chiede “un chiarimento netto e definitivo” perché “una cosa è far politica, un’altra giocare sull’onorabilità delle persone e amministrare senza sapere da che parte si voglia stare: con noi o contro di noi”.

A metterci il carico da novanta è quindi Fabrizio Cecchetti, coordinatore lombardo della Lega, che parla di “stupore e sconcerto” per le parole della vicepresidente regionale, che “da mesi annuncia di volersi candidare con altri partiti, appoggiata magari anche dalla sinistra”. Il riferimento è ad un possibile accordo con Azione e Carlo Calenda: il leader del partito alleato con Renzi nel ‘Terzo Polo’ già lo scorso giugno aveva fatto una apertura alla vicepresidente della Regione in vista del voto del 2023.

Per Cecchetti la Moratti “con coerenza, ne tragga subito le conseguenze” perché “se qualcuno ha cambiato idea o squadra si faccia da parte”.

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia