“Il Recovery plan verrà approvato nella serata di martedì 12 gennaio in Consiglio dei Ministri“. L’annuncio del premier Giuseppe Conte scatena l’immediata reazione di Teresa Bellanova, ministra delle politiche agricole.

In una intervista rilasciata a SkyTg24, la ministra di Italia Viva dice pronta a dimettersi “se non saranno accolte le nostre proposte all’interno del Recovery plan”. Per la Bellanova “non è tutto risolvibile con il Recovery” perché “a luglio avevamo evidenziato la necessità di avere un approfondimento programmatico e Conte su questo si era impegnato a chiudere entro novembre un confronto con i leader dei partiti di maggioranza per darsi un programma di governo fino al termine della legislatura. Noi non abbiamo il Recovery e non si capisce ancora perché Conte abbia voluto bloccare quel lavoro, col Cdm che oggi discute solo sulle emergenze”.

Senza programma di governo, Italia Viva sarebbe dunque pronto a fare un passo indietro perché “il Cdm sta gestendo solo l’emergenza ma chi la pensa la politica del dopo-emergenza sanitaria?” domanda. “Noi non bloccheremo il Recovery plan, ma al momento non sono in grado di dire come voteremo perché ancora non abbiamo il testo” aggiunge.  “Questo – sottolinea – è un problema anche di qualità della nostra democrazia. Io andrò in Cdm con la mia collega (Bonetti, ndr), poi lì decideremo, dopo averlo letto ovviamente”.

A poco più di 24 ore dal Consiglio dei Ministri del 12 gennaio, Bellanova fa sapere che il testo del “Recovery plan non ci è stato ancora consegnato. Io sono un po’ stufa degli appelli che arrivano. Se le nostre proposte sono state accolte? Lo capiremo quando arriverà il documento, per adesso vediamo gli appelli a fare presto, ma su che cosa non si capisce. Ci sono state consegnate 13 paginette che sono linee di indirizzo, non proprio un programma sul quale impegnare le risorse e come distribuirle. E con le tabelle che ci hanno consegnato si capisce che ancora non ci siamo”.

SCUOLA  – “Si è discusso in Cdm dalle 21 all’1 di notte se aprire il 7 o l’11 le scuole mentre ancora oggi c’è incertezza: possiamo dire che è indecente?” aggiunge la ministra di Italia Viva che attacca: “Significa che è arrivato al capolinea. La possono mettere come vogliono. Io non voglio attaccare Conte, ma questo Paese ha bisogno di un colpo di reni e questo governo in questo momento sta dimostrando di non essere in grado di farlo”.

“GOVERNO AL CAPOLINEA” – “Non si può pattinare sui problemi – spiega Bellanova – bisogna affrontarli e risolverli, anche impegnandosi in un confronto serio e rigoroso con la propria maggioranza. Per farlo bisogna costruire una nuova fiducia, io invece leggo che il portavoce del premier dice che ci vuole asfaltare. Se il metodo di governo è questo – aggiunge – è evidente che siamo al capolinea. Io non penso che il problema sia nella persona di Teresa Bellanova né nella persona di Conte. Io non devo avere un rapporto di amicizia, ma penso ci debba essere un rapporto di fiducia istituzionale. In questo momento c’è una situazione in cui questa correttezza non la vedo. Il problema non sta in quello che faccio io, ma è come Conte voglia governare questa fase molto difficile e complicata”.

RECOVERY PLAN E RIMPASTO – La resa dei conti sui 209 miliardi in arrivo da Bruxelles potrebbe andare in scena nel Consiglio dei ministri di domani, ma le trattative sono ancora in corso. Approvare il Recovery plan e solo dopo risolvere la ‘partita’ di un eventuale rimpasto e del patto di legislatura. Il pressing su Matteo Renzi, messo in atto da giorni da palazzo Chigi e dal Pd, trova un alleato d’eccezione al Quirinale e la road map della crisi cambia, ancora una volta, tempi e modalità di risoluzione. Il leader di Italia viva ribadisce le sue eccezioni nei contenuti, ma abbozza una prima apertura. Sergio Mattarella, riconosce, “ha detto cose che tutti noi condividiamo. Suggerisco di non tirare per la giacchetta il presidente della Repubblica, lui è un arbitro e non si mette a dire a un dirigente politico cosa deve fare. Nella sostanza, comunque, approviamo questo benedetto Recovery”, dice. Il refrain, però, non cambia: “Se qualcuno mi dice ‘facciamo veloci’, io dico ‘corri, ma presentate questo Recovery, e usiamolo. O spendiamo bene i soldi o spendeteli senza di noi”.

“PRONTI A RIDARE LE POLTRONE” – “Tirino fuori questo benedetto documento perché finora sono solo chiacchiere. Quando arriverà lo valuteremo, se non siamo d’accordo diciamo ‘amici come prima, noi le nostre poltrone ve le ridiamo’”, insiste l’ex premier. Andrea Orlando resta sul ‘chi va là’. “L’accordo in generale non lo darei per fatto, ci sono molte questioni aperte – ammette – Sul Recovery siamo contenti che sia passata la nostra linea, è fondamentale che si metta in sicurezza e che non si intralci il percorso per portarlo in Parlamento, ma ora si torni ai tavoli”.

SCONTRO ITALIA VIVA-CASALINO –  Renzi assicura di “non volere la testa” di Conte, ma i rapporti tra i due sono al minimo storico. “Io non ho mai chiesto la conta in Aula, il presidente del Consiglio ha detto: ‘ci vedremo in Aula e ci conteremo lì'”, insiste il leader di Iv, bollando come “non lungimiranti” le parole del premier. A non essere passate inosservate, poi, nel quartier generale renziano, i virgolettati stampa attribuiti a Rocco Casalino, pronto ad “asfaltare Renzi e Italia viva“. Il portavoce del premier smentisce, ma la replica di Renzi è netta: “Io ho proposto dei contenuti e se la reazione di Conte e dei suoi collaboratori è ‘andiamo in aula e li asfaltiamo’, io spero soltanto che abbiano fatto bene il conto dei numeri. Se danno queste veline ai giornali, sapete che c’è? Ci vediamo in Senato”.

PD-POMPIERE: SENZA SENATORI IV NON C’E’ MAGGIORANZA – “Noi non crediamo che si debba e si possa andare fuori da questa maggioranza e crediamo che dentro questa maggioranza il punto di equilibrio sia Conte”, mette in chiaro Orlando. Anche Goffredo Bettini, che nei giorni scorsi ha mediato tra i due litiganti, converge sul premier, ma avverte: è il momento di “stabilire un accordo solenne, vincolante e chiaro circa le priorità di un programma di fine legislatura. Altro che rimpastino”.  Il capogruppo Pd a palazzo Madama lancia un avviso ai naviganti: “Senza i senatori di Italia Viva, in Senato – avverte – non c’è maggioranza”.

Redazione

Autore