Il programma di governo Meloni-Giorgetti è invecchiato male. È decaduto anzitempo, finendo dopo un solo anno nel tritacarta delle dinamiche istituzionali: si grida alla rivoluzione prima delle urne, si fa tutto il contrario una volta eletti. Così è accaduto – stando alle bozze della legge di Bilancio che circolano – alla manovra. Che vara un elenco di misure asprissime ai danni dei contribuenti di medio reddito: i servizi fiscalmente colpiti sono numerosi. Se la benzina aveva già visto le accise saldamente alte per tutto il 2023, questa manovra si guarda bene dall’abbassarle.

Affitti brevi, vita breve?
La ministra del Turismo, Daniela Santanché, lo promette davanti all’Anci, riunita a Genova: “Sugli Affitti brevi c’è un far west, il settore ha bisogno di una regolamentazione, tutti ne siamo consapevoli, e presto ci saranno delle norme che ordineranno questo settore” perché “non ci può essere concorrenza sleale”. Nubi dense che si trasformeranno in una pioggia di nuove tasse per quei piccoli proprietari di una seconda casa che affittano sulle piattaforme tipo Airbnb. Da gennaio la cedolare secca sulle locazioni a breve termine potrebbe salire al 26% dal precedente 21%. Per Giorgio Spaziani Testa, presidente Confedilizia, “Una cosa senza senso, speriamo ci siano ripensamenti”. Oggi il mercato degli affitti brevi vale circa 11 miliardi di euro in termini di prenotazioni dirette, altri 44 miliardi di indotto per un totale di circa 57 miliardi di pil, calcolando anche quanto attivato da ristrutturazioni, arredi e manutenzioni. L’associazione dei piccoli proprietari di alloggi è sul piede di guerra: “Con gli affitti brevi sopravvivono oggi decine di migliaia di famiglie e un innalzamento così spropositato (e immotivato) della relativa tassazione non farebbe che peggiorarne le già difficili condizioni di vita”.

I camici bianchi sono neri
Forte agitazione nel mondo medico e sanitario per le indiscrezioni che vedono penalizzate le loro pensioni. Alla luce della bozza della manovra economica circolata in questi giorni, il sindacato Anaao Assomed esprime “forte preoccupazione e sdegno per la norma di adeguamento al ribasso delle aliquote di rendimento delle gestioni previdenziali di medici e dirigenti sanitari”, paventando “un’ulteriore fuga dei colleghi entro il 2023”. Con questa ipotesi di legge, spiega la sigla, “la quota retributiva della pensione, ovvero quella riguardante i contributi versati prima del 1996, subisce un importante e gravissimo ridimensionamento, di fatto sottraendo migliaia di euro annui al futuro assegno previdenziale dei camici bianchi. La perdita che questa disposizione causerebbe alle pensioni è stimabile tra il 5% e il 25% di tutto l’assegno pensionistico, a seconda degli anni di contribuzione pre ‘96. Fino a un quarto di pensione”. Da qui la conclusione: “Via le mani dalle tasche dei medici e dei dirigenti sanitari”.

Nuove frontiere delle tasse
“Senza giri di parole, il governo di centro destra mette le mani in tasca anche ai lavoratori transfrontalieri”. Cosi’ la deputata varesina di Italia Viva, Maria Chiara Gadda. “Ratificando il nuovo accordo fiscale con la Svizzera, per fortuna si era detto ‘non un euro in più di tasse per i vecchi frontalieri’. Dalle bozze che circolano della legge di Bilancio, e dalle roboanti dichiarazioni del consigliere della Lega Monti, si apprende che i frontalieri dovranno versare un contributo pari al 3-6% sul salario netto per sostenere il servizio sanitario di frontiera. A oggi è certa solo la nuova tassa.” Nulla si sa invece sull’entità di questo ipotetico bonus.

Caccia al tesoro
Tra le pieghe del Bilancio spunta la norma che raddoppia l’imposta sul valore dei prodotti finanziari (Ivafe) che devono pagare i residenti in Italia che detengono prodotti finanziari all’estero, conti correnti e libretti di risparmio. Pur trattandosi di prodotti finanziari non italiani, i residenti in Italia sono tenuti al versamento di un balzello all’Agenzia delle Entrate. Per chi ha investito in prodotti dei paradisi fiscali, la tassa passa dal 2 al 4 per mille.

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Ph.D. in Dottrine politiche, ha iniziato a scrivere per il Riformista nel 2003. Scrive di attualità e politica con interviste e inchieste.