Polemiche sui social
Dazn, addio abbonamento condiviso: niente più ‘multiuso’ per guardare la Serie A
Dazn, la piattaforma streaming che detiene i diritti per la trasmissione di 7 partite in esclusiva della Serie A di calcio (più tre ‘condivise’ con Sky) dice addio all’utilizzo di due dispositivi in contemporanea su un solo account.
La concurrency, come si chiama tecnicamente la possibilità di utilizzare due (o più) utenze con un unico abbonamento a contenuti digitali, dovrebbe essere cancellata a partire da metà dicembre, secondo una anticipazione del quotidiano Il Sole 24 Ore.
Dazn modificherà il punto 8.3 delle condizioni di utilizzo firmate ‘digitalmente’ dagli abbonati al servizio, che saranno informati per tempo e avranno la possibilità di esercitare il diritto di recesso entro 30 giorni.
Attualmente l’abbonamento alla piattaforma costa 29,99 euro al mese, una offerta ‘doppia’ in quanto esiste appunto la possibilità di usufruirne su due device in contemporanea. “Con un’unica sottoscrizione, inoltre, Dazn praticamente si sdoppia: potrai guardare due contenuti – uguali o differenti – allo stesso momento e su due dispositivi diversi”, recita il claim dell’azienda.
Da metà dicembre non sarà più così: l’obiettivo di Dazn è quello di aumentare il numero di abbonati alla piattaforma. Secondo Il Sole 24 Ore circa il 20% di coloro che usufruiscono del servizio streaming utilizza la “doppia utenza contemporanea”. L’orientamento di Dazn sarebbe quello di consentire la possibilità di vedere le trasmissioni contemporaneamente su due dispositivi solo se collegati alla stessa rete fissa (Ip), ossia sostanzialmente nella stessa casa.
Una mossa, quella di Dazn, ampiamente criticata sui social network: centinaia i tweet contro la piattaforma streaming, con gli utenti che promettono di disdire l’abbonamento nel caso Dazn confermi l’indiscrezione sull’addio al ‘multiuso’, permesso invece da Netflix.
“Al momento nessun commento da parte dell’azienda“, ha replicato Dazn all’AdnKronos che chiedeva una risposta all’articolo del Sole 24 Ore, mentre contro la piattaforma sarebbe già pronto un esposto all’Autorità per le comunicazioni e a quella per la concorrenza del Codacons affinché si accerti la correttezza dell’operato della società.
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