Non vorremmo mai essere nei panni del sindaco di Napoli. Già, perché a Luigi de Magistris non sembra andarne una per il verso giusto. Sfortuna? Colpa del destino cinico e baro? Oppure dei “soliti” poteri forti che complottano contro l’amministrazione arancione? In realtà, si tratta della faciloneria e dell’approssimazione cui Palazzo San Giacomo ci ha abituato negli ultimi nove anni. Lo dimostra la vicenda delle circa 170mila multe da 95 euro cadauna notificate a commercianti e residenti nel centro storico “rei” di aver percorso in sella ai loro scooter o a bordo delle loro auto l’area tra i Decumani e via Duomo, recentemente trasformata da zona a traffico limitato in area pedonale. Dopo la levata di scudi dei sanzionati, il Comune ha pensato bene di cancellare tutte le contravvenzioni con un colpo di spugna.

L’annuncio è arrivato dal sindaco in persona che ha tentato di giustificarsi facendo riferimento alla «segnaletica non perfetta» e con la «comunicazione non sempre efficace» che avrebbero «contribuito a indurre in errore» automobilisti e centauri. Di più: Dema ha annunciato che gli importi delle multe saranno rimborsati e che il Comune si farà carico anche del costo delle notifiche. La vicenda merita più di una riflessione. In primo luogo perché rappresenta perfettamente il modus operandi dell’amministrazione comunale. La trasformazione della ztl del centro storico in area pedonale è stata puntualmente strombazzata dal sindaco che l’ha presentata come misura strategica e indispensabile per i commercianti devastati dalla crisi.

In realtà si trattava – come il Riformista ha fatto puntualmente notare già all’indomani dell’approvazione del provvedimento istitutivo dell’area pedonale – di una strategia poco innovativa. Anziché replicare il modello Chiaia, dove la movida sfrenata ha reso invivibile il quartiere, de Magistris avrebbe potuto e dovuto rivitalizzare il Centro Direzionale, come egli stesso aveva promesso dopo la fine del lockdown, e così decongestionare il lungomare. Oppure avrebbe potuto varare misure per accorciare la distanza tra le periferie e il centro, dirigendo i flussi di persone da Chiaia a Ponticelli e dal Vomero a Scampia. Niente di tutto questo.

Poi l’area pedonale è stata attivata. E anche “all’atto pratico” l’amministrazione comunale ha dato una pessima prova di sé. Per stessa ammissione del sindaco, infatti, la segnaletica si è rivelata insufficiente e la comunicazione inefficace. Se l’idea di trasformare parte del centro storico da ztl in area pedonale si è rivelata poco lungimirante, dunque, la sua concreta realizzazione è risultata ancora più goffa e ha determinato conseguenze inverosimili. Il rimedio scelto dall’amministrazione arancione, poi, si è rivelato quasi peggiore del male: le multe vengono cancellate e rimborsate a tutti, senza distinzione alcuna, compresi i “furbetti” che magari hanno violato il piano-traffico in modo consapevole. E i costi di notifica vanno ad aggravare ulteriormente il bilancio comunale, già schiacciato dal peso di un debito lievitato da 800 milioni a quattro miliardi di euro proprio durante l’amministrazione de Magistris.

Tutto ciò dà l’idea di un Comune che promette di avanzare ma puntualmente retrocede, seminando al suo passaggio soltanto confusione e disagi. Insomma, il sindaco ci prova pure, ma la stragrande maggioranza delle sue iniziative si traduce in un papocchio che fa male a Napoli e ai napoletani. Ma alle elezioni, per fortuna, manca poco.

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Classe 1987, giornalista professionista, ha cominciato a collaborare con diverse testate giornalistiche quando ancora era iscritto alla facoltà di Giurisprudenza dell'università Federico II di Napoli dove si è successivamente laureato. Per undici anni corrispondente del Mattino dalla penisola sorrentina, ha lavorato anche come addetto stampa e social media manager prima di cominciare, nel 2019, la sua esperienza al Riformista.