Con l’apertura del secondo filone di indagini sul delitto di Garlasco, che il 13 agosto del 2007 ha visto uccisa Chiara Poggi e condannato a 16 anni di reclusione l’ex fidanzato Alberto Stasi, ritorna nell’approfondimento di Porta a Porta anche il vecchio plastico della villetta di via Pascoli. Erano gli anni in cui nel programma di approfondimento di Rai 1 non poteva mancare una ricostruzione tridimensionale e realistica dei luoghi di misteriosi ed efferati omicidi. Un classico della TV, l’arma in più del programma di Bruno Vespa, che aprendo l’ultima puntata del programma si è presentato nuovamente con l’opera in primo piano. Quasi un pezzo d’archeologia, custodito gelosamente negli archivi Rai, “Siamo andati in magazzino a ritrovare il plastico della villetta di Garlasco ed eccolo qui”. 18 anni dopo, ripulito, rimesso in sesto. Ripescato chissà da quale archivio. Pronto ad assistere nuovamente gli ospiti nella spiegazione dei momenti dell’omicidio, e magari arricchito di nuovi indizi che potrebbero presto diventare prove: le impronte delle mani, quelle delle scarpe.

Se quindi magistrati e i carabinieri hanno usufruito delle nuove tecnologie che non esistevano 18 anni fa, con il procuratore di Pavia, Fabio Napoleone, che ha fatto riferimento alle “nuove potenzialità tecniche a disposizione, sia hardware, sia software” utilizzate per arrivare alla conclusione che l’impronta classificata come numero 33 e’ di Andrea Sempio, una ricostruzione 3D della casa in Rai non è neppure stata valutata. Il plastico si è conservato ed ha aspettato una riesumazione. Altro non è che una metafora del caso.

Redazione

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