Uno spettro si aggira per l’Europa. Lo spettro di nuove restrizioni per arginare la ripresa dell’epidemia. L’articolo della settimana scorsa su Il Riformista ha suscitato vivaci reazioni e mi sembra opportuno tornare a esaminare la questione. Cento scienziati hanno firmato una petizione indirizzata al presidente Mattarella e al primo ministro sollecitando caldamente di voler prendere provvedimenti urgenti per contrastare la diffusione del virus e criticando l’insufficienza di coprifuochi che evitano i contagi che si verificano alle tre del mattino. Io condivido la richiesta, ma comprendo e solidarizzo con i tanti che prevedono serissimi problemi economici e sociali. Andiamo con ordine.

Prima di tutto, possiamo non agire? No. Questo è categoricamente escluso. Sappiamo dalla storia che tutte le epidemie hanno avuto seconde ondate più devastanti della prima. Forse questa volta avremmo potuto prevenirla, dal momento che una misura come il lockdown generalizzato non era mai stata sperimentata. Purtroppo, o che sia dipeso da chi ha viaggiato in estate in luoghi in cui stava divampando il Covid, o dal fatto che il virus abbia continuato a circolare silenziosamente -essendo stato represso ma non debellato- in questo momento le curve epidemiologiche ci dicono che la seconda ondata si sta alzando. Possiamo discutere se i contagi riportati siano dovuti al maggior numero di tamponi, alle modalità con cui vengono effettuati, o alla maggiore sensibilità al virus, ma cambia poco. La progressione del contagio è un processo che, una volta innescato, avanza inesorabilmente, se non viene osteggiato. È solo questione di (poco) tempo.
Problema: le alghe che coprono un lago raddoppiano ogni giorno. Se ora coprono solo il cinque per cento del lago, quanto ci vorrà perché tutto il lago sia coperto? Risposta: poco più di quattro giorni. Cioè, per passare da una da una condizione in cui la copertura è marginale, a una in cui la copertura è totale, ovvero dal 5% al 100%, occorrono quattro giorni.

Questo vale per qualunque processo che sia regolato dal “gioco al raddoppio”. Epidemie incluse. E a chi sostiene che sia un’esagerazione, una montatura, una frode orchestrata dai poteri occulti, cosa si può rispondere? Citare dati e cifre è inutile. Ti replicano che sono manipolati, gonfiati ad arte, trascurabili rispetto ad altri che, o non sono mai stati comunicati, o sono sì noti, ma non presi volutamente in considerazione, o ancora, che è un modo per diffondere la paura nella gente. Far prendere coscienza alle persone che dipende solo da noi come andrà a finire la faccenda, molto più che dai banchi a rotelle e dai coprifuochi, non è mettere paura, ma l’esatto contrario: è prevenire le condizioni in cui si potrà avere paura. Dire che bisogna essere attenti e coscienziosi, perché così ci si protegge e si può stare sereni, non terrorizza nessuno. Invece, continuare a ripetere che è una semplice influenza, di cui non bisogna preoccuparsi, e che si sgonfierà come una bolla speculativa, significa esporsi al pericolo di arrivare a una condizione difficilmente gestibile. La gente è già provata dal lockdown, la tenuta psicologica di soggetti fragili e sensibili è a rischio. Ci sono argomenti non basati sui dati ufficiali (sempre potenzialmente sospetti e quindi contestabili), ma sulla logica e quindi in grado di persuadere gli scettici che nessun potere forte è così forte da controllare tutto?

Ecco un paio di domande che ho provato a rivolgere, e che sottopongo ai lettori legittimamente dubbiosi.
1. Cinque, tra miei amici e conoscenti, hanno avuto il Covid e me l’hanno descritto come la peggiore esperienza della loro vita -per quanto fortunatamente ne siano usciti tutti-. Non anziani di salute cagionevole, ma persone abbastanza giovani e in buona forma. Una semplice influenza ha mai fatto questo? Vogliamo dire che la probabilità che un’influenza abbia un effetto del genere è una su cento? Allora la probabilità che accada a cinque persone che conosco è una su dieci miliardi, (1/100)5… Come si spiega? Ho amici particolarmente sfortunati?
2. Tutti i governi del mondo, ma proprio TUTTI, sono in allarme e hanno preso misure di contrasto e contenimento. Governi di destra e di sinistra, laici e confessionali, liberali e autoritari, senza alcuna distinzione. È impazzito tutto il mondo, governanti, scienziati, medici? Sono tutti legati da un patto scellerato inconfessabile o tutti eterodiretti?  Qualcuno obietta che potrebbe essere stato l’Oms a orchestrare il Grande Inganno. Ma l’Oms è un’agenzia delle Nazioni unite e anche i Paesi che denunciano le Nazioni unite come un’organizzazione asservita agli interessi degli Stati Uniti hanno tuttavia fatto il lockdown, introdotto controlli e restrizioni, limitato scambi e spostamenti.

E allora veniamo ai sacrosanti timori di chi è colpito più duramente dai provvedimenti che si stanno prendendo, ristoratori, gestori di bar e locali, alcuni tipi di commercianti e di negozianti, proprietari di palestre e centri sportivi. Assodato che in questa fase bisogna purtroppo intervenire -così come sull’aumento delle corse dei mezzi pubblici, sugli spostamenti di orari, sui doppi e tripli turni nelle scuole e in certi uffici- si può chiedere ad alcune categorie di lavoratori di addossarsi oneri, disagi e danni economici di scelte dolorose, prese per il bene comune?

Città di New York. Benché nella capitale economica degli Usa risiedano meno di nove milioni di abitanti, si stanno svolgendo quotidianamente più test che in tutta Italia, con i suoi 60 milioni di abitanti. Cure e tamponi sono gratis per (quasi) tutti i cittadini e a carico dell’erario! In un paese in cui le tutele sanitarie minime volute dal presidente Obama sono state prima contestate e avversate, poi smantellate, ora tutti fanno accertamenti e cure gratis? Eh sì, perché se c’è una qualità non criticabile del coronavirus è che non guarda in faccia a nessuno, Trump e Bolsonaro compresi. Quindi, una volta tanto, tutti nella stessa barca. E quindi tutti a remare.

Ecco la risposta. Ci sono lavoratori in grande difficoltà? Gli altri intervengano. Il ministro Gualtieri dice che sono disponibili 5 miliardi per il “ristoro” dei lavoratori e delle aziende danneggiate? Bene cominciamo subito la ristorazione! I ragazzi tornati a scuola a settembre dovranno, in tutto o in parte, riprendere la didattica a distanza e i genitori saranno in difficoltà non potendoli lasciare soli per andare al lavoro? Rinnoviamo ed estendiamo i contratti tipo “Bonus Bebè”, dando lavoro (precario e provvisorio quanto volete, ma i tempi sono fortunosi) a tanti giovani disoccupati. I lavoratori pubblici tutelati sono privilegiati in questa circostanza perché non subiscono le ripercussioni della crisi del libero mercato? Anche loro diano (anzi, anche noi diamo) un contributo di solidarietà. Una piccola patrimoniale servirebbe? Facciamola. Non c’è pericolo che stavolta qualcuno scappi all’estero, perché all’estero stanno come noi, o peggio. Insomma, per l’economia qualcosa ci si può inventare, per reprimere l’epidemia no, non ci si può inventare niente. Bisogna fare quello che è necessario, cioè stroncare i contagi. Domani ci divideremo di nuovo, ma adesso no. Adesso ci dobbiamo stringere. Metaforicamente, si intende, perché la distanza di sicurezza va sempre mantenuta!!!