Non solo le proteste delle associazioni e delle opposizioni. Contro il Dpcm firmato nella notte tra sabato e domenica dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte arriva la durissima presa di posizione di Matteo Renzi. L’ex premier e leader di Italia Viva nella sua enews critica a muso duro le decisione prese dall’esecutivo di cui fa parte il suo movimento, che esprime i ministri Teresa Bellanova ed Elena Bonetti, annunciando la volontà di portare in Parlamento le sue critiche.

Per Renzi “bisogna rinunciare a molte libertà per il virus”, ma “chiudere i luoghi di cultura e di sport è, invece, un errore: è più facile contagiarsi sulla metropolitana che a teatro. E la chiusura dei ristoranti alle 18 è tecnicamente inspiegabile, sembra un provvedimento preso senza alcuna base scientifica. A cena il Covid fa più male che a pranzo? E per chi si era attrezzato valgono le stesse regole? Ci rendiamo conto del danno economico devastante?”.

Accuse che il leader di Italia Viva porterà in Parlamento, sperando che il premier “ci ascolti e che cambi il Dpcm, nella parte su ristoratori, luoghi di cultura e attività sportiva”.

Critiche pesanti arrivano nei confronti del ministro dei Beni culturali Dario Franceschini per la chiusura di cinema e teatri, un colpo durissimo al mondo della cultura. “Mi ha colpito che proprio il Ministro della Cultura abbia giustificato la chiusura dicendo che dobbiamo salvare vite umane. Io dico che certo, è vero, vogliamo salvare vite umane. Ma basta essere andati al cinema o al teatro, in queste settimane, per capire che non sono posti dove si rischia di morire, ma dove – anzi – si impara a vivere meglio. Affrontare la pandemia è un dovere di tutti. Ma bisogna farlo senza cedere alla paura”, ricorda Renzi.

Sulla chiusura delle scuole e la didattica a distanza al 75% Renzi spiega che “chiudere di nuovo le scuole è una ferita devastante. Servono i tamponi rapidi a scuola, non i banchi a rotelle. Servono le aziende private per i trasporti, non complicate regole sulla didattica a distanza”.

Parole che hanno provocato l’immediata reazione del vicesegretario Pd Andrea Orlando, che su Twitter evoca “i giorni nei quali i ministri, finito il Cdm, andavano in piazza a manifestare contro il governo. Tempi assai più semplici di questi eppure non andò bene allora, per il governo ma ancor più il Paese”.

A stretto giro anche la reazione del segretario del Pd Nicola Zingaretti, che giudica “eticamente intollerabile” stare “con i piedi in due staffe”. “In gioco c’è la vita delle persone. L’Italia si aspetta da chi ha responsabilità di governo serietà e autorevole”, spiega il segretario Dem riferendosi ai ministri “dissidenti”.

“Vedo molti distinguo da esponenti di governo o di forze di maggioranza, addirittura iniziative politiche che reputo incomprensibili – prosegue il leader dem – penso non siano mai stati seri quei partiti che la sera siedono ai tavoli del governo e la mattina organizzano le opposizioni alle decisioni prese. Stare con i piedi in due staffe lo reputo eticamente intollerabile”.