Esteri
Draghi spinge per maggiori investimenti e meno vincoli per l’industria della difesa europea, le soluzioni nel rapporto competitività Ue
Alla fine non ha avuto nessun ruolo operativo in Europa dopo le elezioni di giugno. Per molto tempo si è parlato di un possibile incarico ufficiale, o alla Commissione o al Consiglio europeo. Ci sono stati dei tentativi anche concreti, come quello di Emmanuel Macron, di indirizzare la scelta verso il suo nome. Ma al termine di tutto, con l’ex premier italiano che non si è mai esposto ufficialmente su un possibile top job, la responsabilità rimasta a Mario Draghi è quella di stilare il rapporto sulla competitività Ue, come chiestogli da Ursula von der Leyen. E nel documento, la cui bozza è stata visionata dalla testata Politico e che dovrà essere presentato nelle prossime settimane, l’ex Bce si è molto concentrato sullo stato dell’industria della Difesa italiana.
Draghi spinge per maggiori investimenti e meno vincoli per l’industria della difesa europea
Il punto centrale avanzato da Draghi è che l’Unione europea non deve rimanere indietro rispetto agli altri attori internazionali, in primis Stati Uniti e Cina. “La base industriale della difesa dell’Ue sta affrontando sfide strutturali in termini di capacità, know-how e vantaggio tecnologico. Di conseguenza, l’Ue non sta tenendo il passo con i suoi concorrenti globali”, si legge nella bozza come riporta Politico. Il continente deve guardare in faccia la realtà. “Con il ritorno della guerra nel vicinato dell’Ue, l’emergere di nuovi tipi di minacce ibride e un possibile spostamento dell’attenzione geografica e delle esigenze di difesa degli Stati Uniti, l’Ue dovrà assumersi una crescente responsabilità per la propria difesa e sicurezza” continua il testo.
Le soluzioni di Draghi per la competitività europea
E per farlo, secondo il lavoro di Draghi, bisogna far sì che le aziende della difesa europee – specie in un momento simile di pressione per la produzione di armi a causa del conflitto in Ucraina e del sostegno militare a Kiev – non siano strette in maniera eccessiva da vincoli burocratici. “L’industria europea della difesa non dovrebbe avere restrizioni nell’accesso ai finanziamenti dell’Ue e le fusioni dovrebbero essere consentite per aiutare a scalare i campioni nazionali”. Serve un “cambio radicale” su tutto il dossier competitività. La raccomandazione di Draghi sarebbe quella di introdurre “un principio di preferenza europea”, in modo da incentivare soluzioni all’interno dell’Ue nel settore della difesa invece di appoggiarsi a concorrenti internazionali. Poi un modello di governance tra Commissione, Servizio europeo per l’azione esterna e l’Agenzia europea per la difesa, e in più anche la creazione di una “Autorità per l’industria della Difesa” che gestisca gli acquisti centralizzati per contro dei vari paesi Ue. Il rapporto di Draghi, di circa 400 pagine, sarà al centro dell’incontro tra lui e i presidenti dei gruppi del Parlamento europeo di mercoledì. Più avanti potrebbe esserci anche una presentazione ufficiale ai Commissari a Strasburgo.
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