Da 42 giorni è detenuto nel carcere napoletano di Poggioreale nonostante le sue condizioni di salute rendano il regime detentivo “incompatibile” con le sue condizioni di salute.

È la situazione che vede protagonista M. Fichera, 43enne di Catania detenuto a Poggioreale per reati associati al 416 bis. L’uomo è attualmente ristretto nel centro clinico, reparto San Paolo, poiché affetto tra le altre cose da una grave forma di discopatia lombare e di cardiopatia ipertensiva.

A evidenziare il suo caso è stato oggi il Garante Campano delle persone private della libertà, Samuele Ciambriello, in visita questa mattina presso l’Istituto penitenziario dove ha potuto incontrare alcuni detenuti del reparto San Paolo.

Dal 22 luglio scorso M. Fichera è stato dichiarato incompatibile con il sistema detentivo dal tribunale di Catania per le sue condizioni di salute: i magistrati avevano quindi concesso gli arresti domiciliari con il dispositivo del braccialetto elettronico.

Peccato però che quest’ultimo non sia attualmente disponibile, impedendo l’attuazione del provvedimento disposto dal tribunale di Catania. Ma a rendere ancora più assurda la situazione, denuncia Ciambriello, è che Fichera “dal marzo 2021 non riesce ad accedere ai luoghi in cui si effettua il passeggio a causa della sua ridotta motilità”. “Quindi da 42 giorni questa persona per colpa delle farraginose e infinite procedure, che pur avendo fatto una gara per i braccialetti, attualmente si ha difficoltà a reperirli”, spiega il Garante campano.

Una situazione denunciata più volte da Ciambriello: “In questo anno di Covid diversi magistrati, anche campani, si sono avvalsi dell’applicazione di questo strumento per gli arresti e per la detenzione domiciliare. Quest’inspiegabile ritardo, che tanto somiglia ad un bluff, finisce inevitabilmente per provocare un surplus di sofferenza che rappresenta una doppia pena per ristretti”.

Altro caso segnalato da Ciambriello durante la sua visita a Poggioreale riguarda M. Marrandino, recluso all’età di 84 anni e accusato di usura. L’anziano detenuto “giace inerme nel proprio letto nel centro clinico interno all’Istituto, affetto da vasculopatia cerebrale cronica, insufficienza renale, e reduce da un’operazione al femore presso l’ospedale Cardarelli in seguito ad una caduta, attualmente assistito solo da un piantone in quanto assolutamente non autonomo”.

Per il garante campano, “nella piena consapevolezza che la giustizia debba fare il suo corso nell’accertamento delle responsabilità del detenuto e per le gravi accuse, ritengo che a 84 anni con un tale quadro clinico sia necessario ricorrere agli arresti domiciliari con braccialetto, o l’arresto presso una struttura sanitaria che consenta di prestare le cure adeguate a un soggetto così anziano per cui anche la vicinanza dei familiari in grado di poterlo assistere garantisce Il diritto alla tutela della salute e alla dignità. Ritengo infatti questi aspetti prioritari rispetto alle sirene populiste della sicurezza”, conclude Ciambriello.

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Napoletano, classe 1987, laureato in Lettere: vive di politica e basket.