Poche docce, temperature insopportabili, ora d’aria nel momento più caldo della giornata, assenza di attività ricreative e celle strapiene: ecco l’inferno di Poggioreale descritto dai detenuti del reparto Livorno in una lettera indirizzata al direttore Carlo Berdini e al garante regionale Samuele Ciambriello.

«Era stata predisposta una modifica dell’orario di fruizione delle docce – scrivono i reclusi per richiamare l’attenzione sulle condizioni di vita in cella – Era stata introdotta un’ulteriore fascia oraria disponibile, collocata nel mezzo dei turni preesistenti. Ebbene tale disposizione, oltre a non essere in alcun modo interpretabile in termini logico–sintattici né dai detenuti né dagli addetti al servizio, finiva per generare ulteriore caos comunicativo, tant’è che tempo poche ore e l’avviso è stato ritirato senza preoccuparsi di sostituirlo o fornire risposte di alcun genere. Gravi, quotidiani e sempre meno sopportabili disagi che vanno a sommarsi tutti gli altri presenti da tempo». Le criticità indicate nella lettera, indirizzata anche al referente dell’area trattamentale di Poggioreale, sono le stesse denunciate a più riprese dagli ospiti dei penitenziari campani: permanenza in celle strapiene per venti ore al giorno nella più mortificante inoperosità, assenza di qualsivoglia attività ricreativa da svolgere sempre “sotto chiave” così come viene garantito in altri reparti. Solo pochi giorni fa il Riformista aveva segnalato un’altra criticità all’interno del carcere napoletano, cioè il fatto che l’ora d’aria dei detenuti sia prevista dalle 13 alle 15, praticamente nelle ore più calde della giornata: quanto basta per trasformare quel tempo in una tortura e non in una “pausa”.

«Nonostante i diversi e continui tentativi sia in forma scritta che orale effettuati al fine di sensibilizzare la direzione circa i numerosi disagi che siamo costretti ad affrontare quotidianamente e che inevitabilmente finiscono per accrescere oltremodo la già difficile situazione che caratterizza l’attuale momento storico – scrivono i ristretti nel reparto Livornoprendiamo atto del fatto che nulla sia cambiato. In merito a ciò intendiamo richiamare al confronto pacifico, rispettoso e consapevole dei reciproci ruoli». La lettera è una disperata richiesta d’aiuto che arriva nei giorni più caldi dell’estate, dove più che mai si avverte la sensazione che tutti si siano dimenticati di chi vive dietro le sbarre. Il garante Ciambriello è stato finora l’unico ad accogliere l’appello dei reclusi recandosi nel carcere di Poggioreale per consegnare una cinquantina di ventilatori.

In occasione della visita, però, ha riscontrato ancora una volta la condizione inaccettabile dei detenuti con disturbi psichici, costretti a vivere in cella, senza un’adeguata assistenza sanitaria. «Durante la visita al padiglione Livorno di Poggioreale – racconta Ciambriello – ho incontrato molti detenuti con disturbi psichici, borderline, affetti da bipolarismo, sindrome psicotica e disturbi di personalità». Attualmente sono 13 le persone detenute nelle carceri campane in attesa di inserimento nelle Rems che a oggi sono due e completamente sature. «Non c’è salute fisica senza salute mentale – conclude Ciambriello – Il carcere non è una risposta vera ed efficace per questi diversamente liberi ai quali va assicurata un’assistenza medica degna di tale nome».

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Giornalista napoletana, classe 1992. Vive tra Napoli e Roma, si occupa di politica e giustizia con lo sguardo di chi crede che il garantismo sia il principio principe.