Nel corso degli anni, in questo periodo, associazioni, garanti dei detenuti, cappellani hanno sollecitato il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, nel rispetto dell’ordinamento penitenziario, ad adottare misure operative, interventi volti a rendere meno afflittiva la detenzione: docce più frequenti, intensificazione dei colloqui e delle telefonate con i familiari, apertura dei blindati anche nelle ore notturne, disponibilità di borse termiche o di ghiaccio, acquisto di ventilatori a batteria di piccole dimensioni. Interventi che non devono essere limitati alla sola emergenza estiva ma, alla luce del sovraffollamento e della mancanza di spazi di socialità, vanno applicati in maniera stabile e organica.

Uno di questi interventi, previsti dalla circolare di giugno del direttore generale del Dap Gianfranco De Gesu recita testualmente: «Si invitano i direttori ad adottare le necessarie misure affinchè la permanenza dei detenuti all’aria aperta sia anticipata o posticipata, se del caso, in orari mattinali e pomeridiani non coincidenti con le fasce orarie nelle quali è sconsigliata per la popolazione l’esposizione al sole diretto». Tradotto in sano realismo: a tutti i detenuti sono consentite due ore d’aria di mattina, dalle 9 alle 11, e altre due nel tardo pomeriggio, quindi non sotto il sole dalle 13 alle 15! Mi chiedo sommessamente: si applica questa disposizione a Poggioreale, Secondigliano, Santa Maria Capua Vetere e in tutti gli altri istituti penitenziari campani? Dalla finestra del mio ufficio al Centro direzionale vedo Poggioreale, per esempio, e non è così! E così in tante altre carceri.

Lo so, il mio ritmo è incalzante, la mia è una voce ostinata, un urlo contro il silenzio. Lo so che tanti populisti e giustizialisti mi vorrebbero con loro, con i detenuti, sulla graticola. Una destra pistolera, fascistoide e antidemocratica non vuole rispettare  la Costituzione né l’ordinamento penitenziario. Ma gli altri che tacciono e omettono, dimostrando tutta la loro pavidità, mi preoccupano allo stesso modo. Nel carcere, in questo luogo senza tempo, il dettato costituzionale assegna alla pena una funzione rieducativa, non afflittiva o vendicativa. Il carcere è un luogo in cui i sentimenti, le emozioni, le passioni di una persona sono messe a dura prova. Qui gli spazi ricavati tra edifici impersonali, le dotazioni igienico-sanitarie insufficienti nelle celle, i colloqui con familiari e figli non tutelano dignità e affettività dei reclusi. Perchè allora, nelle carceri, non si applicano almeno le circolari del Dap che chiedono di adottare alcune misure per migliorare le condizioni detentive nella stagione estiva?