Ferragosto in carcere
Non è il caldo a rendere infernali le prigioni, ma la politica
Ma nulla o pochissimo è stato fatto. La riforma dell’ordinamento penitenziario è stata bloccata, con una responsabilità politica di tutti i grandi partiti, nonostante ci fosse stata chiesta dall’Europa e fosse inserita in una legge delega del Parlamento al Governo. Inutili sono stati gli anni di lavoro di oltre duecento specialisti, prima negli Stati generali dell’esecuzione penale e poi nelle tre Commissioni ministeriali. Ma c’è chi non si arrende, nella consapevolezza di essere nel giusto e soprattutto nel rispetto della legge e sulla strada tracciata, ma non ancora compiutamente percorsa, sin dal 1948, dalla nostra Costituzione. Tra questi, ma non solo, gli avvocati sono in prima linea e non certo per un interesse corporativo, ma per una sana ideologia che li fa portatori di valori per la difesa dei diritti civili.
Ecco perché Lucifero non ha fermato l’iniziativa Ferragosto in carcere, lanciata anni fa dai Radicali e alla quale ha aderito, da sempre, l’Unione Camere Penali Italiane (Ucpi). In questi giorni, e per tutto il mese di agosto, le Camere Penali sono impegnate in visite negli istituti di pena. I presidenti hanno accolto l’invito dell’Osservatorio Carcere dell’Ucpi e, nonostante il periodo di ferie e il caldo asfissiante, molti avvocati trascorreranno una giornata negli istituti di pena per verificare le condizioni in cui vivono i detenuti. Le singole relazioni consentiranno la stesura di un documento finale che offrirà una visione di carattere generale sullo stato delle nostre carceri.
Anche in Campania sono già programmate visite che vedono impegnate le Camere Penali della regione in un’attività che dovrebbe consentire l’accesso a tutti gli istituti. Una mobilitazione, dunque, di grande valore civile in difesa delle persone private della libertà che, nonostante il caldo eccezionale, sono private anche di un misero ventilatore che potrebbe essere, in questi giorni, di vitale importanza. L’iniziativa si pone anche lo scopo di sollecitare interrogazioni parlamentari alla ministra della Giustizia Marta Cartabia sulle gravi carenze ravvisate, come ci auguriamo faranno anche quei politici – non molti, invero – che in questi giorni visiteranno gli istituti di pena, affinché la loro non sia un’inutile passerella.
Oggi, contrariamente al passato, abbiamo una guardasigilli che, appena insediata, ha subito manifestato grande interesse per il mondo del carcere. Il suo immediato incontro con il garante nazionale dei detenuti Mauro Palma e la visita sua e del presidente del Consiglio Mario Draghi all’istituto penitenziario di Santa Maria Capua Vetere subito dopo la notifica delle ordinanze cautelari agli agenti e ai funzionari ritenuti responsabili della «orribile mattanza» nei confronti dei reclusi, oltre le sue dichiarazioni in linea con il dettato costituzionale, lasciano intravedere uno spiraglio di cambiamento. Quest’anno siamo già in ritardo, ma l’anno prossimo allontaneremo Lucifero ponendo dinanzi ai suoi occhi la Costituzione?
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