Lucifero è arrivato! Questa sarà la settimana più calda dell’anno. Temperature oltre i 40 gradi e bollino rosso in molte metropoli. Il “portatore di luce”, che da angelo splendente divenne principe delle tenebre identificato con Satana, invade l’Italia. Trova un habitat naturale nelle sue carceri, non a caso spesso paragonate all’inferno. La maggior parte delle precauzioni indicate dagli esperti ai cittadini, per sopravvivere a questa temperatura eccezionale, non sono applicabili negli istituti di pena, dove l’eccezione è la regola, contro la quale non viene preso alcun provvedimento.

Il carcere infligge innumerevoli sofferenze non previste dalla legge. Alla privazione della libertà se ne aggiungono tante altre che ledono direttamente la dignità dell’individuo. Il detenuto vive in una stanza generalmente condivisa con altre persone e insalubre per spazio, condizioni delle pareti e dei pavimenti, con servizi igienici a vista e comunicanti con il luogo dove si cucina. Indecenti situazioni non indicate dalla legge, ma volute o comunque tollerate dalla politica, ignorante e cieca, priva di una visione a lungo termine che potrebbe giovare al Paese, ma disposta ad accontentarsi dell’immediato consenso di un’opinione pubblica altrettanto cieca, egoista ed erroneamente convinta del fatto che l’esecuzione penale non la riguardi.

A Poggioreale c’è un padiglione dove le stanze possono essere chiuse solo con la porta blindata, in quanto prive di cancello. L’unica finestra è posta in alto e il calore invade lo spazio angusto, condiviso da più persone. È l’inferno nell’inferno. Qui Lucifero la fa da padrone e sopravvivere è una vera tortura. Gli spazi esterni dedicati all’ora d’aria sono privi di luoghi d’ombra e nessun refrigerio è consentito.  È umano scontare una pena, o addirittura una misura cautelare prima di una condanna, in queste condizioni? No! È da Paese incivile e non è un caso che l’Italia sia stata più volte condannata dalla Corte europea dei diritti dell’uomo per il suo sistema penitenziario e per le torture inflitte ai detenuti.

Ma nulla o pochissimo è stato fatto. La riforma dell’ordinamento penitenziario è stata bloccata, con una responsabilità politica di tutti i grandi partiti, nonostante ci fosse stata chiesta dall’Europa e fosse inserita in una legge delega del Parlamento al Governo. Inutili sono stati gli anni di lavoro di oltre duecento specialisti, prima negli Stati generali dell’esecuzione penale e poi nelle tre Commissioni ministeriali. Ma c’è chi non si arrende, nella consapevolezza di essere nel giusto e soprattutto nel rispetto della legge e sulla strada tracciata, ma non ancora compiutamente percorsa, sin dal 1948, dalla nostra Costituzione. Tra questi, ma non solo, gli avvocati sono in prima linea e non certo per un interesse corporativo, ma per una sana ideologia che li fa portatori di valori per la difesa dei diritti civili.

Ecco perché Lucifero non ha fermato l’iniziativa Ferragosto in carcere, lanciata anni fa dai Radicali e alla quale ha aderito, da sempre, l’Unione Camere Penali Italiane (Ucpi). In questi giorni, e per tutto il mese di agosto, le Camere Penali sono impegnate in visite negli istituti di pena. I presidenti hanno accolto l’invito dell’Osservatorio Carcere dellUcpi e, nonostante il periodo di ferie e il caldo asfissiante, molti avvocati trascorreranno una giornata negli istituti di pena per verificare le condizioni in cui vivono i detenuti. Le singole relazioni consentiranno la stesura di un documento finale che offrirà una visione di carattere generale sullo stato delle nostre carceri.

Anche in Campania sono già programmate visite che vedono impegnate le Camere Penali della regione in un’attività che dovrebbe consentire l’accesso a tutti gli istituti. Una mobilitazione, dunque, di grande valore civile in difesa delle persone private della libertà che, nonostante il caldo eccezionale, sono private anche di un misero ventilatore che potrebbe essere, in questi giorni, di vitale importanza. L’iniziativa si pone anche lo scopo di sollecitare interrogazioni parlamentari alla ministra della Giustizia Marta Cartabia sulle gravi carenze ravvisate, come ci auguriamo faranno anche quei politici – non molti, invero – che in questi giorni visiteranno gli istituti di pena, affinché la loro non sia un’inutile passerella.

Oggi, contrariamente al passato, abbiamo una guardasigilli che, appena insediata, ha subito manifestato grande interesse per il mondo del carcere. Il suo immediato incontro con il garante nazionale dei detenuti Mauro Palma e la visita sua e del presidente del Consiglio Mario Draghi all’istituto penitenziario di Santa Maria Capua Vetere subito dopo la notifica delle ordinanze cautelari agli agenti e ai funzionari ritenuti responsabili della «orribile mattanza» nei confronti dei reclusi, oltre le sue dichiarazioni in linea con il dettato costituzionale, lasciano intravedere uno spiraglio di cambiamento. Quest’anno siamo già in ritardo, ma l’anno prossimo allontaneremo Lucifero ponendo dinanzi ai suoi occhi la Costituzione?