Lutto nel teatro e nel cinema napoletani
È morto l’ultimo attore eduardiano Antonio Casagrande, il dolore del figlio Maurizio: “Se ne va un pezzo della mia anima”
Lo stanno salutando media e spettatori, ammiratori e appassionati come l’ultimo attore eduardiano. Antonio Casagrande aveva 91 anni, è stato tra i più versatili e attivi attori della sua generazione. Sia a teatro che al cinema. A dare la notizia della sua morte a Napoli il figlio Maurizio, anche lui attore, anche lui protagonista e volto noto del cinema e del teatro napoletani degli ultimi decenni. “E con oggi se ne va un pezzo della mia anima – ha scritto su Instagram Casagrande – Spero tanto che tu dall’alto possa sentire tutto l’amore e l’ammirazione di quelli che hanno avuto la fortuna di conoscerti. Darò qui notizie per i funerali che si terranno a Napoli”.
Antonio Casagrande era figlio d’arte: di un attore di prosa e di una corista del Teatro San Carlo. Ha esordito all’età di sei anni interpretando un bambino nella Madama Butterfly. Si era diplomato al conservatorio e negli anni sessanta aveva esordito come cantante lirico. Con Eduardo De Filippo aveva esordito in quegli stessi anni, interpretando messinscena come Sabato, domenica e lunedì, Ditegli sempre di sì, Filumena Marturano, Napoli Milionaria, Il sindaco del rione Sanità e Mia famiglia.
Emblematica la scena nel capolavoro di Luciano De Crescenzo Così parlò Bellavista: Casagrande interpretava un detenuto che dava indicazioni per orientarsi nel Tribunale a un’anziana signora. Altri film cui aveva preso parte sono stati Le quattro giornate di Napoli, Detenuto in attesa di giudizio, Dio ci ha creato gratis, Amore a prima vista, Una donna per la vita, Babbo Natale non viene da Nord (diretto dal figlio Maurizio) e per ultimo I fratelli De Filippo diretto da Sergio Rubini e uscito l’anno scorso.
Casagrande aveva anche inciso due lp e creato il personaggio di don Liborio Occhialoni e come doppiatore aveva prestato la voce ad Enrico Maria Salerno in No, il caso è felicemente risolto e a Gipo Farassino in Un uomo, una città. Con la sua compagnia teatrale composta da Tiziana De Giacomo, Ania Cecilia, Marianna Liguori, Luca Varone aveva portato in scena Caffè notturno: c’è di peggio care signore. Oltre a Maurizio aveva avuto un’altra figlia, Paola. Il Comune di Napoli, guidato dall’allora sindaco Luigi de Magistris, gli aveva consegnato nel marzo del 2016 una medaglia della città e una targa in segno di “profonda gratitudine”.
L’attore e regista Vincenzo Salemme ha condiviso sui social un lungo ricordo dedicato a Casagrande: “Quando ho iniziato a fare l’attore negli anni settanta Antonio Casagrande era già un mito. Era il prediletto di Eduardo, si diceva. Era bravissimo, con una voce indimenticabile (cantava in modo eccellente) ed era pure bellissimo. Ricordo che da bambino sentivo le donne della famiglia, da mia madre alle mie zie, fare apprezzamenti davvero lusinghieri per ‘questo Casagrande’ il cui cognome, a me bambino, faceva pensare a qualcosa di davvero importante. Poi ho avuto il piacere di conoscerlo personalmente grazie al figlio Maurizio col quale avevo iniziato una collaborazione molto apprezzata dal padre che faceva proprio il tifo per noi.
Conoscendolo di persona ho capito che Antonio era un artista molto particolare. Forse non ha ricevuto quello che avrebbe meritato ma credo che questa mancanza sia stata conseguenza del suo carattere. Era un uomo che aveva un distacco quasi nobile da tutti gli interessi materiali, dai secondi fini, dalle diplomazie opportunistiche. Aveva conservato un tratto romantico che, anche grazie al volto dolcemente antico, lo faceva sembrare un cavaliere ottocentesco. E, allo stesso tempo, aveva lo spirito giovanile che gli donava uno sguardo ironico sempre rivolto al futuro. Ed era un uomo senza schemi, curioso e incapace di invidie e rancori. Gli ho voluto molto bene e lui me ne ha voluto. Caro Antonio, continuerò a guardarti negli occhi guardando gli occhi di Maurizio. Continuerò a sentirti sentendo il cuore di Maurizio”.
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