Roberto Cifarelli ha vinto le primarie aperte degli autoconvocati di Matera e ora la sua corsa a sindaco appare in discesa. Col vento a favore. Non è un perfetto sconosciuto: già assessore nel capoluogo materano e poi in Regione, Cifarelli è stato capogruppo del Pd e poi assessore alle attività produttive, politiche dell’impresa, Innovazione tecnologica, Formazione e Sport nella giunta di Marcello Pittella. Il suo nome è emerso dall’appuntamento di “Open City”, con oltre cinquemila elettori che hanno sostenuto l’esigenza di scegliere un candidato con un metodo partecipato dal basso.

La sua candidatura è stata una scossa di primavera, per Matera. Inattesa, sin nel metodo che l’ha individuata. Il nuovo contro il vecchio, più che sinistra contro destra?
«Sono un candidato nuovo per metodo, perché voluto da una inattesa partecipazione popolare, ma paradossalmente quel voto delle primarie ha scelto un “nuovo con esperienza”, perché non mi manca la pratica amministrativa. Il nuovo consiste nel saper ascoltare ciò che si muove sui territori, nel mettersi a disposizione dei più giovani in un momento in cui la politica spesso non sa decodificare i segnali che le arrivano».

Come si è posto nella dicotomia partito-primarie?
«Mi sono sintonizzato con la città e con i giovani, quei cento ragazzi e ragazze che prima avevano lanciato un appello al campo progressista e poi, vistisi snobbati, hanno autoconvocato i gazebo».

Si apre un laboratorio interessante, una prima volta dell’asse riformista, tutto intero, alle urne.
«La domanda che dobbiamo farci è: dov’è di casa la politica? Nelle piazze, nei bar, tra la gente. Tra le persone che vanno ascoltate, che non vogliono più solo essere chiamate a votare ma vogliono partecipare al processo selettivo a monte. Qui si è sentito l’entusiasmo, la voglia di partecipare dei tanti che hanno chiesto e voluto un percorso nuovo. E danno un segnale molto forte a tutti».

Matera era la “Città della vergogna”, è rinata con la riscoperta della Capitale europea della cultura. E oggi?
«Bisogna dare atto a una classe dirigente che ha lavorato per anni alla riqualificazione internazionale della città. E riportare quell’energia, quell’idea di futuro al governo di Matera. Noi siamo stati negli anni Sessanta e Settanta un laboratorio urbanistico e architettonico. Qui si sono cimentati Piccinato e Aymonino. Qui era venuto a investire Olivetti. E poi era stato fatto un lavoro per la legge 771 del 1986, una legge federalista ante litteram voluta da Emanuele Cardinale e Emilio Colombo per Matera. E ricordo l’inserimento, nel 1993, del nostro centro storico nel Patrimonio Unesco…»

La fermo. Bene l’orgoglio per la sua città, ma poi cos’è successo?
«L’esperienza dei Cinque Stelle non è stata brillante. Non si è costruita una legacy con i buoni risultati amministrativi del passato. E adesso bisogna ricominciare il lavoro, con una squadra tutta nuova».

Torniamo su quella, sulla compagine che la accompagna in questa campagna elettorale. Davvero inedita, una prima volta nazionale.
«Attraverso il protagonismo dei giovani, si è prodotto un modello: quello della partecipazione, della motivazione. Si sono trovate insieme persone dalla storia politica diversa, ma d’altronde è quello che succede anche in Europa con von der Leyen. Non è sostenuta dal Pse, da Renew Europe e dal Ppe? Quella stessa coalizione europea che ci sembra naturale a Bruxelles, perché non potrebbe amministrare insieme a Matera? I socialisti e i liberali dimostrano, dove governano, di saper essere più uniti tra loro di come lo siano al loro interno centrodestra e centrosinistra».

Come definisce la sua identità nella geografia interna del Pd?
«Io ho sostenuto Stefano Bonaccini che qui a Matera ha vinto sia il congresso sia le primarie, prendendo in proporzione molti più voti che in altre città. Ho detto al partito, anche a Roma, che l’esperienza con i Cinque Stelle è da considerarsi finita. Forse non a caso una coalizione nuova così ampia e innovativa nasce qui».

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Ph.D. in Dottrine politiche, ha iniziato a scrivere per il Riformista nel 2003. Scrive di attualità e politica con interviste e inchieste.