Il miliardario lo ha comunicato con una mail
Elon Musk compra Twitter e licenzia quasi 4mila dipendenti: “Provvedimento necessario per andare avanti”

Solo una settimana fa il miliardario americano Elon Musk si è aggiudicato Twitter per 44 miliardi di dollari. Venerdì 4 novembre inizierà il licenziamento di massa. Lo ha fatto come nel suo stile: inviando una mail il giovedì sera, la sera prima. Secondo i quotidiani americani si tratterebbe di metà dei suoi circa 7.500 dipendenti. Un licenziamento di massa che era già nell’aria, addirittura prima che Musk comprasse il social dell’uccellino blu.
“Team – si legge nella email che New York Times e Washington Post hanno potuto leggere – nel tentativo di rimettere Twitter in salute, siamo attesi da un difficile processo di riduzione della nostra forza globale”. “Noi – continua il messaggio – ci rendiamo conto che questo impatterà un numero di individui che hanno portato un valido contributo a Twitter, ma è un provvedimento sfortunatamente necessario per garantire alla compagnia di andare avanti con successo”. Un’operazione colossale che in America non si vedeva dal 2008, quando il gigante informatico Hp tagliò più di ventimila dipendenti.
Secondo quanto riportato da Repubblica, Musk avrebbe convocato una cinquantina di ingegneri e dipendenti delle altre sue aziende per stabilire quanti e chi depennare. Le leggi federali e quelle statali della California prevedono che le aziende diano notizia del licenziamento con un certo anticipo. Non è chiaro se Musk ha osservato i tempi. Ma secondo un portavoce del dipartimento statale Sviluppo e Lavoro, contattato dal New York Times, non è arrivata nessuna comunicazione.
Le mail sarebbero arrivate prima delle 17. Chi non l’ha ricevuta avrebbe tirato un sospiro di sollievo ma solo per il momento: niente esclude che altre comunicazioni arriveranno nei prossimi giorni perché i conti di twitter non sembrerebbero così floridi come Musk immaginava.
Poi c’è la decisione di modificare i parametri di accesso alla “spunta blu”, ovvero il segno che contraddistingue gli account verificati dal social network, che siano di celebrità, aziende o membri delle istituzioni più disparate. Secondo il giornalista americano Casey Newton, fondatore di The Platformer, l’ipotesi al vaglio dei vertici è quella di rendere la “spunta” a pagamento: per ottenerla sarà necessaria l’iscrizione a Twitter Blue, l’abbonamento a pagamento lanciato un anno fa.
Già da lunedì 7 novembre l’account verificato sarebbe a pagamento, 8 dollari al mese. Per questo motivo molti vip, grandi aziende e inserzionisti starebbero lasciando il social per non pagare l’abbonamento. Pfizer, Audi, Volkswagen, General Mills e Mondelez, la compagnia che produce i biscotti Oreo, sono tra le aziende che stanno sospendendo le loro campagne sul social dell’uccellino. La notizia è stata riportata dal Wall Street Journal. La General Motors era stata la prima a congelare la pubblicità. A non convincere le aziende è il rischio che Musk trasformi Twitter in una terra di nessuno, in cui gli haters possono avere campo libero.
E in effetti nei primi giorni della sua proprietà sono quintuplicati messaggi di odio razziale, antisemita, omofobici e cospirazionisti. Solo nei primi tre giorni dall’acquisizione erano stati cinquantamila i tweet d’odio. Musk sogna il ritorno di Donald Trump, bannato dalla proprietà precedente dopo l’assalto al Congresso, il 6 gennaio 2021, da parte di migliaia di sostenitori del tycoon.
Sarebbero in atto anche altre strategie per tagliare i costi e contenere le perdite. Secondo la Reuters, il nuovo proprietario ha incaricato un team di mettere a punto un piano per tagliare le spese di server e servizi cloud, pari a un miliardo di dollari. La misura sulle infrastrutture tecnologiche dovrebbe far risparmiare fino a tre milioni di dollari al giorno, ma potrebbe portare problemi tecnici al social nel caso di blocchi durante eventi critici. Quando il traffico degli utenti aumenta, il servizio può saltare.
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