L’Italia ‘si ferma’ fino al 3 aprile per fare fronte all’emergenza Coronavirus. L’annuncio del premier Giuseppe Conte non sorprende, dato il forte pressing delle regioni più colpite dal contagio da Covid-19, Lombardia e Veneto, che chiedevano misure più stringenti.

Il presidente del Consiglio ha quindi annunciato in un videomessaggio agli italiani la chiusura della attività di vendita al dettaglio, ma non tutte: resteranno aperti quelle di prima necessità come alimentari e farmacie.

Ma non sono le sole. Sono ‘immuni’ dal provvedimento del Governo una lunga serie di attività commerciali: ipermercati, supermercati, discount, minimarket, commercio al dettaglio di surgelati; tabaccai; stazioni di servizio e pompe di benzina; commercio al dettaglio di elettronica, informatica, tlc, elettrodomestici; ferramenta; edicole; commercio al dettaglio di articolo di illuminazione; commercio al dettaglio di articoli sanitari; negozi di ottica; farmacie e parafarmacie; commercio di articolo ortopedici; negozi di vendita di beni di igiene personale; commercio al dettaglio di cibo per animali da compagnia; commercio al dettaglio di saponi, detervisi; vendita online televendita, vendita telefonica; distributori automatici; lavanderie anche industriali; tintorie; pompe funebri e servizi associati; banche; poste; assicurazioni; meccanici e idraulici.

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