Sono 196 i decessi registrati nelle ultime 24 ore per coronavirus, i contagiati sono oltre 12mila, i guariti 1045 e i morti totali 827 da quando è arrivato in Italia il covid-19. Lo annuncia il capo della Protezione civile, Angelo Borrelli, nell’ultimo bollettino diramato poco dopo le 18. Registrate 1.028 persone in terapia intensiva, con un aumento di 151 unità rispetto al dato diffuso 24 ore fa.

La Protezione civile ha registrato complessivamente 10.590 casi positivi per coronavirus (1045, come detto, sono guariti), con un aumento di 2.076 casi rispetto al dato di ieri (erano 8.514). Borrelli, ha sottolineato che in realtà circa 600 casi sarebbero ascrivibili al bollettino di ieri, ma la Lombardia ieri non è stata in grado di fornire dati completi.

Il professor Giovanni Rezza, direttore del dipartimento di malattie infettive dell’Istituto Superiore di Sanità, spiega che “stiamo lavorando sulle conferme relative ai decessi per coronavirus. Può capitare che una persona muoia e poi facendo il tampone emerga che era affetta da coronavirus anche se il decesso è dovuto ad altre patologie. Per ora – prosegue – non abbiamo ancora un dato certo per questo, bisogna acquisire le cartelle cliniche dagli ospedali e fare ulteriori accertamenti”. Il riferimento è alla Campania dove sono 4 le persone risultate positive, dopo il decesso, al coronavirus ma non ancora inserite nel bollettino ufficiale. Probabilmente devono essere ancora confermati dall’Istituto superiore di Sanita'”, risponde Rezza.

Sul presunto tasso elevato di letalità italiano, lo stesso Rezza frena: “Se si stratifica per età, scopriamo che il dato non è più alto di quello cinese. Perché l’Italia ha un tasso di popolazione più anziano. Non si può standardizzare il tasso di letalità perché dipende da quanti test vengono fatti: noi li facciamo solo sulle persone sintomatiche, quindi è un tasso più alto perché escludiamo gli asintomatici”. Sulla provenienza del coronavirus è poi Categorico: “Il virus è sempre quello cinese, non c’è un virus autoctono, cioè italiano. Viene da Wuhan con alcune piccole mutazioni ma non è diventato più aggressivo”.

Sull’annuncio dell’Oms, che ha definito il covid-19 come una pandemia, Rezza precisa: “Per noi non cambia molto perché qui il virus è già diffuso”.  Sulla collaborazione scientifica con la Cina: “Ci hanno insegnato molto sul contenimento del virus. In Europa c’è stato un approccio diverso ma quello fatto in Cina ha insegnato che misure stringenti possono rallentare e controllare focolai anche più grandi. Sarà una collaborazione scientifica dove avremo molto da apprendere, soprattutto per capire l’efficacia dei trattamenti antivirali che l’uso della terapia intensiva e sub-intensiva”.