Il dramma nell'enclave spagnola in Marocco
“Era freddo, non sapevo se era vivo”: l’agente e il neonato, la foto simbolo del dramma di Ceuta

La foto simbolo del dramma di Ceuta – con migliaia di migranti, a quanto pare circa ottomila, che hanno cercato di raggiungere la città enclave spagnola in terra africana a nuoto – un agente con un neonato tra le mani. Salvato dalla morte. Lo scatto ha fatto il giro del mondo “Quando ho tirato fuori il bimbo dall’acqua non sapevo se fosse vivo o morto. Era freddo, non si muoveva”, ha detto l’agente in un’intervista a El Pais, il principale quotidiano spagnolo. Juan Francisco Valle, 41 anni, agente del Gruppo Speciale di Attività Subacquee della Guardia Civil.
Il sommozzatore della Marina, da dodici anni nella Guardia Civil, ha spiegato di “non aver mai visto una marea umana” del genere, con “centinaia di persone disperate”. “Il nostro lavoro consiste nel recuperare i corpi dall’acqua, ma questa volta dovevamo recuperare persone vive, decidere quali avessero bisogno più urgentemente del nostro intervento”, ha aggiunto Valle. “C’erano tanti genitori, madri e padri con i figli legati al corpo come potevano, agganciati alla schiena con stoffa e vestiti”. Il neonato era finito in acqua mentre la madre cercava di raggiungere Ceuta.
Madrid ha mandato sul posto la Guardia Civil, i militari, per contenere e respingere e difendere la frontiera. Circa 1.500 i bambini che hanno attraversato il confine. 5.600 le persone fatte rimpatriare in Marocco. Rabat avrebbe allentato le maglie dei controlli alla frontiera per una sorta di ripicca: perché il leader del Fronte Polisario, Brahim Ghali, 73 anni, leader della guerriglia separatista del Sahara occidentale, accusato di violazione dei diritti umani, stupro, torture e genocidio, è ricoverato all’ospedale di Logroño, nella Comunidad autonoma di La Roja. Ghali si troverebbe in Spagna a garanzia di non essere interessato dalla Giustizia, ma la situazione non è chiara e potrebbe cambiare anche velocemente. La guerriglia di Ghali contende al Marocco il controllo del Sahara occidentale, ex colonia spagnola, che lo scorso autunno ha rotto la tregua ini vigore dal 1991.
Il premier spagnolo Pedro Sanchez si è recato personalmente a Ceuta. Ha annunciato il rimpatrio di 4.800 persone delle 8.00 entrate illegalmente a nuoto nell’enclave ed è stato fischiato. Parte dei migranti stanno tornando volontariamente indietro. La ministra degli Esteri Arancha Gonzalez Laya ha dichiarato che la Spagna non intende approfondire la crisi diplomatica con il Marocco ma ha assicurato che le autorità del paese saranno “ferme” nella difesa “della frontiera, la sicurezza e l’ordine”.
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