Il lascito
Eredità Berlusconi, la volontà di impugnare il testamento si scontra col problema donazioni. Lo scenario di un accordo tra figli
Marina, Pier Silvio, Barbara, Eleonora, Luigi sarebbero a lavoro per cercare un punto di incontro che allontani il più possibile le cause e gli studi legali
Chi sarà responsabile dei pagamenti verso Marta Fascina e Marcello Dell’Utri? E in che misura? Le domande che si pongono i cinque figli di Silvio Berlusconi, mentre si portano alla ricerca di chiarimenti sulle donazioni che il padre ha stabilito nel suo testamento, scomodano le ricostruzioni tra ipotesi di nullità e impugnabilità. L’importo totale delle donazioni ammonta a 230 milioni di euro, con 100 milioni destinati a Fascina e al fratello Paolo Berlusconi, e 30 milioni a Dell’Utri, che li utilizzerà per la costruzione di una biblioteca.
Attualmente, i figli di Berlusconi non hanno ancora accettato l’eredità, poiché prima è necessario ricostruire l’intero patrimonio del padre. Operazione da perseguire se l’obiettivo sarà quello di impugnarlo. Non è sufficiente verificare solo ciò che viene lasciato al momento della sua morte (relictum), ma anche tutte le donazioni fatte nel corso della sua vita (donatum) tanto che sarebbero già al lavoro con i loro avvocati, Luca Fossati dello studio Chiomenti e Carlo Rimini, per definire l’entità del patrimonio da distribuire. Proprio quest’ultima operazione, che ha nei suoi requisiti la necessità ad accertare l’animum donandi, e dunque capire se di donazioni effettive si tratta, potrebbe trascinare il tutto in un percorso senza fine, andando a scaglionare i singoli importi durante tutta la vita del Cavaliere.
È per questo che la soluzione più probabile, e più facilmente percorribile, almeno sulla carta, resta quella dell’accordo. Così i cinque figli, Marina, Pier Silvio, Barbara, Eleonora, Luigi sarebbero a lavoro per cercare un punto di incontro che allontani il più possibile le cause e gli studi legali.
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