Il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, ha deciso: l’esame di avvocato è stato rinviato. Stop alle prove scritte, mentre si svolgeranno le prove orali per i candidati che hanno superato i primi test l’anno scorso. «L’aggravamento della situazione sanitaria – ha scritto il guardasigilli sul suo profilo Facebook – e la conseguente necessità di ridurre, quanto più possibile, le occasioni di diffusione del virus impongono il rinvio delle prove scritte degli esami d’avvocato programmate per il 15, 16 e 17 dicembre». «Al momento – scrive ancora Bonafede – sembra ragionevole ipotizzare che la prova si possa tenere nella primavera del 2021. Per coloro che hanno superato gli scritti svolti nel 2019, invece, le prove orali proseguiranno perché è possibile, al momento, implementare modalità che garantiscano la sicurezza e la salute dei candidati e dei membri delle commissioni».

A Napoli le problematiche dell’accesso alla professione forense, a cominciare dalle prove d’esame per finire con le successive correzioni, sono da mesi al centro del dibattito. Anche perché il capoluogo partenopeo, l’anno scorso, si aggiudicò la maglia nera: riuscirono a superare la prova scritta solo 1.345 candidati, mentre i bocciati furono 2.456. Con il 31% di ammessi alla prova orale, Napoli si confermò tra le peggiori d’Italia. E proprio in questi giorni, accantonate le polemiche sulla struttura dell’esame, gli aspiranti avvocati, attraverso petizioni online e lettere al ministro, avevano chiesto di non rinviare la prova per evitare che migliaia di aspiranti avvocati rimanessero nel limbo.

Appresa la notizia del rinvio, i praticanti hanno sottolineato le loro ragioni e le loro richieste. «Chiediamo in modo univoco maggiore specificazione delle date in cui si svolgeranno gli esami e, soprattutto, delle tempistiche legate alla correzione degli elaborati. Ciò al fine di non coinvolgere la sessione di dicembre 2021 che si spera preveda già l’applicazione di una riforma che garantisca il prestigio della professione»: la nota, firmata da Claudia Majolo (UPA), Giuseppe Marinaro (APRA-Palermo) e Giordano Bozzanca, attende ora una risposta dal Ministero di via Arenula.

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Giornalista napoletana, classe 1992. Vive tra Napoli e Roma, si occupa di politica e giustizia con lo sguardo di chi crede che il garantismo sia il principio principe.