La variante indiana del coronavirus si sta diffondendo sempre di più in Europa. Non è un allarme ma una segnalazione, che arriva dal Centro Europeo per il Controllo delle Malattie (Ecdc), agenzia indipendente dell’Unione Europea. Le informazioni nell’ultimo rapporto del centro che individua tre sottotipi del ceppo: il primo, B.1.617.1; il secondo, B.1.617.2; il terzo, B.1.617.3. Il primo sotto-lignaggio, rilevato in India a dicembre, ha raggiunto il picco a fine marzo per poi calare ad aprile; il secondo sta diventando dominante in India da metà aprile, è quello che si sta diffondendo anche in Europa; il terzo è ancora raro.

La Banca dati Gisaid ha individuato la variante in 44 Paesi del mondo. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha ricevuto segnalazioni da altri cinque Paesi. I primi dati dell’Oms sembrano provare una trasmissibilità più alta della variante. La stessa Organizzazione aveva anche rilevato un nesso tra l’impennata di casi in India – dove al momento sembra essersi stabilizzata l’emergenza a New Delhi e Mumbay, mentre si aggrava nelle aree rurali – e l’aumento delle varianti. Il maggior numero di casi, nel Continente Europeo, con il ceppo indiano è stato riscontrato nel Regno Unito: al 5 maggio erano 520 i casi di B.1.617.2, 261 quelli di 1.617, nove quelli di B.1.617.3. Bollato come “preoccupante” da Londra il sotto-lignaggio B.1.617.2.

L’Ecdc segnala che almeno due sotto-lignaggi sono dunque in aumento. “Il dato positivo – ha commentato il virologo dell’Università Bicocca di Milano all’Ansa, Francesco Broccolo – è che il sottotipo 2 della variante indiana, quello che più si sta diffondendo in Europa, non presenta la mutazione E 484 Q, presente negli altri due sottotipi, e nelle varianti sudafricana e brasiliana, capace di sfuggire agli anticorpi neutralizzanti del virus”. Per il Centro la valutazione della variante indiana resta quella di “variante di interesse”.

VACCINI – La risposta più efficace alla pandemia resta il vaccino: come dichiarato da Marco Cavaleri, capo della strategia vaccinale dell’Agenzia Europea per i medicinali, i dati sull’efficacia dei vaccini a mRna, e quindi i sieri prodotti da Pfizer BioNtech e Moderna, sono rassicuranti. I preparati sarebbero in grado di neutralizzare la variante almeno fino a una misura tale da garantire una protezione sufficiente. L’Agenzia Europea del Farmaco è fiduciosa sull’efficacia anche dei vaccini a vettore virale; si aspettano altri dati su questi ultimi.

LA NOTA – “La copertura del vaccino rimane a livelli bassi in tutti i Paesi UE/SEE, l’Ecdc attualmente consiglia cautela nell’allentamento delle attuali misure non farmacologiche, comprese quelle relative ai viaggi”, avverte il centro europeo. “Le informazioni limitate finora riguardanti queste nuove varianti non cambiano l’attuale posizione su queste misure. È necessaria una maggiore comprensione dei rischi prima di poter prendere in considerazione qualsiasi modifica delle misure attuali”.

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Giornalista professionista. Ha frequentato studiato e si è laureato in lingue. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Ha collaborato con l’agenzia di stampa AdnKronos. Ha scritto di sport, cultura, spettacoli.