Protocolli di sicurezza sulla scia di Grecia e Croazia, un sistema di tamponi rapidi per chi arriva in albergo, strutture ricettive attrezzate per la gestione di eventuali emergenze e quarantene, promozione del territorio e accelerazione della campagna vaccinale, senza dimenticare la necessità di una data certa per la riapertura dei confini e chiarezza sulla proroga delle concessioni demaniali: ecco le proposte degli addetti ai lavori per rilanciare il turismo in Campania e fare in modo che la regione possa effettivamente accogliere i 16 milioni di turisti indicati da Srm nel report che il Riformista ha pubblicato ieri in anteprima.
Per Luca Ferrari, agente di viaggio, la cosa più importante è che il Governo non perda altro tempo e comunichi subito una data per la riapertura, ma soprattutto che l’ok alla mobilità non slitti in base al numero di contagi. E a quanto pare una data c’è: il ministro Massimo Garavaglia ha fatto sapere che «per il 2 giugno, festa della Repubblica, dovrà essere quasi tutto aperto». La sfida, però, è non richiudere dopo qualche settimana. Agostino Ingenito, presidente dell’Associazione che riunisce i titolari di bed and breakfast e case vacanza, sottolinea l’importanza di adottare modelli di sicurezza al pari della Grecia, studiare strategie per accogliere i turisti, imparare a convivere con il virus ed evitare continui stop agli spostamenti dettati dal numero dei contagi.
Ma la Grecia, come la Croazia e la Spagna, oltre che ai protocolli di sicurezza ha lavorato anche a una comunicazione efficace, promuovendo la sicurezza delle sue mete di vacanza. E questo è un altro punto fondamentale per ripartire secondo Antonio Izzo, presidente di Federalberghi Napoli, che sottolinea l’importanza di promuovere e comunicare il buon funzionamento della campagna vaccinale, oltre che di pubblicizzare il territorio campano. Ma il Covid non è l’unica difficoltà che gli operatori turistici si trovano ad affrontare. I gestori degli stabilimenti balneari chiedono al Governo di fare chiarezza sulla proroga delle concessioni demaniali fino al 2033. Salvatore Trinchillo, vicepresidente nazionale del Sib, punta i riflettori sull’enorme incertezza che attanaglia i gestori degli stabilimenti balneari spiegando che, se da un lato il Governo ha concesso la proroga, dall’altro l’Europa ha chiesto chiarimenti in merito bloccando, di fatto, il provvedimento di Palazzo Chigi. Prima di acquistare tutto il necessario per lavorare in sicurezza, rispettando le norme anti-contagio, gli imprenditori del mare chiedono certezze per non trovarsi costretti a chiudere perchè non più in condizione di lavorare.
“Ora basta tentennamenti sulla data della ripresa” – Luca Ferrari (agente di viaggio e dirigente del Dipartimento Turismo di Fratelli d’Italia)
«Gli operatori turistici hanno bisogno di tempi e date certe. Un soggiorno è legato all’organizzazione dello spostamento e non può essere organizzato in fretta e furia. Serve una data certa per la riapertura dei confini. Il ministro del Turismo, Massimo Garavaglia, ha indicato il 2 giugno come possibile data dell’ok alla mobilità ma questa non deve cambiare in base ai contagi: se si è deciso di riaprire, bisogna creare le condizioni di sicurezza e farlo indipendentemente dal calo o dall’aumento dei positivi. E non possiamo perdere altro tempo perché altri Paesi stanno già promuovendo la stagione estiva. La Grecia, per esempio, sta puntando sulle isole Covid free, ma in realtà è da più di due mesi che ha dichiarato aperta la destinazione. Tra l’altro, la Grecia vive di un turismo quasi esclusivamente balneare, quindi più semplice da organizzare rispetto all’Italia dove il turismo non è esclusivamente  balneare. In Campania i turisti arrivano anche per visitare musei, mostre e teatri: c’è un’offerta più complessa che richiede tempi di organizzazione più lunghi».
“Strutture attrezzate anche per le quarantene” – Agostino Ingenito (presidente regionale dell’Abbac)
«Dobbiamo imparare a convivere con il virus. In quest’ottica bisogna creare protocolli di sicurezza che permettano di accogliere turisti italiani e stranieri. La Campania, e il Paese in generale, dovrebbero fare esattamente ciò che stanno facendo la Grecia e la Croazia: tamponi rapidi, strutture dedicate alla quarantena e promozione della stagione estiva. Non si può pensare di dare l’ok agli spostamenti in base all’evoluzione dei contagi, i Paesi che hanno annunciato mete turistiche Covid free contano diversi casi di Coronavirus, ma hanno trovato delle soluzioni e le hanno rese note. Deve cambiare anche la narrazione che si fa della Campania e dell’Italia: ora se ne parla solo per il numero di contagi, ma è chiaro che perdiamo in partenza rispetto a Paesi che, invece, hanno già comunicato strategie per riaprire in sicurezza ai turisti. Inoltre la Campania deve puntare sulle risorse che ha già a disposizione e usarle, anziché per eventi e sagre, per incentivare con dei voucher il turismo di prossimità e quello internazionale».
“Napoli deve essere percepita da tutti come una meta sicura” – Antonio Izzo (presidente cittadino di Federalberghi)
«Ormai l’estate è alle porte ed è una delle speranze di ripresa per il settore alberghiero. L’anno scorso fu una boccata di ossigeno, anche se breve. Per non perdere terreno rispetto ai diretti competitor come Spagna e Grecia, è necessario attrezzarsi con una imponente campagna di comunicazione promozionale del territorio. Napoli dev’essere percepita dai turisti come una destinazione sicura, per questo è fondamentale il buon funzionamento della campagna vaccinale, ma anche il comportamento, rispettoso delle regole, dei cittadini e una capillare rete di controlli. Va sottolineato che, da alcuni anni a questa parte, la nostra città è diventata una meta turistica estiva, superando in alcune date l’80% di occupazione delle camere, ma è anche un luogo di passaggio obbligatorio, ospitando la stazione ferroviaria e l’aeroporto più importanti della regione, per chi voglia andare nelle isole o penisole. Per questo renderla sicura, quanto prima possibile, vorrà dire portare un beneficio a tutto il territorio».
“Il governo faccia chiarezza sulla proroga delle concessioni” – Salvatore Trinchillo (vicepresidente nazionale del Sib)
«I gestori degli stabilimenti balneari si trovano ad affrontare due enormi difficoltà: da un lato l’emergenza Covid, dall’altro la proroga delle concessioni demaniali fino al 2033 che tarda ad arrivare. C’è una condizione di incertezza che mette a repentaglio la riapertura degli stabilimenti balneari. Per lo Stato italiano la proroga è stata concessa, ma l’Europa ha chiesto chiarimenti in merito bloccando, di fatto, le decisioni del Governo nazionale. Quest’ultimo deve fare chiarezza perché oggi i gestori sono legittimati a operare, ma con un grandissimo punto interrogativo. In questo momento ci dovrebbero garantire che quest’estate potremo lavorare senza la paura di essere chiusi da un momento all’altro, dopodiché investiremo per comprare tutto il necessario per riaprire in sicurezza, garantendo il rispetto delle norme anti-Covid. Sciolto questo nodo, dobbiamo sperare che la stagione 2021 non ci faccia perdere più di quanto abbiamo già perso l’anno scorso in termini di presenze e fatturato».
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Giornalista napoletana, classe 1992. Vive tra Napoli e Roma, si occupa di politica e giustizia con lo sguardo di chi crede che il garantismo sia il principio principe.