Ad ore la decisione. L'obiettivo è di evitare l'assalto agli ospedali dello scorso novembre
Campania resta in zona rossa: i dati e le parole di De Luca
Dopo un mese in zona rossa, la Campania da mercoledì 7 aprile non dovrebbe cambiare fascia e passare, quindi, in zona arancione. La regione guidata da Vincenzo De Luca è destinata a rimanere in rosso ancora per un’altra settimana. Questo quanto emerso dai dati inviati giovedì primo aprile dall’Unità di Crisi alla cabina di regia del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità che oggi, venerdì 2 aprile, darà le indicazioni al ministro Roberto Speranza sui nuovi colori delle regioni. L’ordinanza verrà firmata in giornata.
La Campania continua a registrare una media di circa 2mila contagi al giorno con una pressione ospedaliera che è al momento sotto controllo con 160 pazienti ricoverati in terapia intensiva su 656 posti disponibili e 1.586 pazienti nei reparti di degenza ordinaria su 3.160 posti disponibili (bollettino primo aprile 2021). La Campania resta, tuttavia, la seconda regione d’Italia per numero di attualmente positivi (92.749) dietro la sola Lombardia (96.034) che vanta il 40% in più degli abitanti.
Un dato che si legge soprattutto con l’elevata densità abitativa presente: “Questa è l’unica regione d’Italia dove non è consentito sbagliare – ha ribadito ieri il governatore campano -, perché abbiamo la densità abitativa più alta d’Italia e nell’area metropolitana di Napoli più alta d’Europa. Se uniamo questa densità abitativa all’aggressività delle varianti Covid – incalza De Luca – significa che se prima avevamo in terapia intensiva persone sopra 70 anni, ora il virus colpisce persone di 30-40 anni. Quindi dobbiamo essere estremamente prudenti. Oggi abbiamo 2mila positivi e situazione rimane estremamente delicata non possiamo sbagliare”.
Proprio ai giovani è rivolto l’appello di De Luca, soprattutto in occasione delle imminenti festività pasquali: “Lo dico ai ragazzi, non fate i fenomeni perché il Covid fa male, vi porta in terapia intensiva”.
L’obiettivo resta sempre quello di evitare il congestionamento degli ospedali e soprattutto delle terapie intensive che, a novembre scorso, raggiunsero anche i 200 posti letto occupati (oggi siamo a 160) mentre i reparti di degenza ordinaria arrivarono a oltre i 2mila pazienti ricoverati. Una scelta preventiva in attesa che la campagna vaccinale decolli definitivamente.
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