Figliuolo aveva annunciato un piano da 500mila vaccinazioni al giorno ad aprile, ma allo stato attuale questo sembra ancora un sogno. E nelle regioni in cui le vaccinazioni procedono più spedite come Veneto, Lazio, Puglia, Umbria, Friuli Venezia Giulia è allarme per le mancate consegne. “Così ci fermiamo, altro che accelerazione” ripete da due giorni l’assessore alla Salute del Lazio, Alessio D’Amato.

MANCANO LE DOSI – Ieri mattina in Lazio c’erano come scorte 13.031 dosi di AstraZeneca. “Ne iniettiamo 9.000 al giorno. Mi pare evidente che se davvero non arrivano in queste ore le forniture, dovremo sospendere. Stiamo già usando le dosi del lotto che è stato dissequestrato dalla procura. Ma il problema è generale: noi abbiamo una macchina tarata per vaccinare 60mila persone al giorno, ma se non c’è programmazione, se non abbiamo certezze sulle consegne, ci areniamo”.

Stessa situazione in Veneto dove già sono partiti messaggi dalle aziende sanitarie ai cittadini: ritardi nelle forniture di vaccini Pfizer, sospesi da giovedì 1 a mercoledì 7 aprile gli appuntamenti di somministrazione della prima dose per gli ultra ottantenni. Zaia, il giorno prima, aveva avvertito: dobbiamo rallentare, non ci mandano le dosi.

Per il mese d’aprile è previsto l’arrivo di 8 milioni di dosi dei vari prodotti, a cui si aggiungono le consegne di quest’ultima settimana: 1,3 milioni di dosi AstraZeceneca, 1 milione di Pfizer e 500mila vaccini Moderna. E poi ci sono i 7,31 milioni di vaccini monodose di Johnson&Johnson che dovrebbero arrivare da qui a giugno, rischiando però di arrivare in ritardo rispetto ai ritmi più sostenuti che sta prendendo la campagna. E anche se le consegne dovessero essere rispettate c’è il rischio che il ritmo comunque non riesca a incalzare e che la grande macchina si ingolfi.

MANCA IL PERSONALE –  Un altro intoppo potrebbe esserci nel reclutamento di personale per la vaccinazione. Medici ospedalieri, medici di base, farmacisti, specializzandi, medici volontari andati in pensione sono stati allertati ma potrebbero non bastare. In Sardegna mancano 200 medici e personale sanitario per sostenere il ritmo fissato dal governo. In Piemonte è stata lanciata la campagna di reclutamento dalla Regione con tanto di manifesti in stile “Zio Sam” con la faccia di Camillo Benso Conte di Cavour.

Va meglio invece in Campania dove sono stati reclutati 1.500 specializzandi e c’è la possibilità a vaccinare il 90% dei medici di base a cui si aggiungeranno le farmacie. In Emilia Romagna Bonaccini ha deciso di contrattualizzare gli specializzandi di medicina cui verranno chieste 12 ore di lavoro settimanali da dedicare alle vaccinazioni.

IN EUROPA – La situazione non è differente nel resto d’Europa dove le vaccinazioni procedono parimenti a rilento, salvo la Gran Bretagna. La pianificazione dell’Unione europea si conferma inefficace tanto che l’Organizzazione mondiale della sanità ha bacchettato le nazioni che procedendo con lentezza rischiano di lasciare spazio alle mutazioni. “La situazione epidemica è la più preoccupante degli ultimi mesi – ha detto il direttore dell’Oms per l’Europa, Hans KlugeLa lentezza delle vaccinazioni prolunga la pandemia. Il numero di nuovi casi in Europa è aumentato notevolmente nelle ultime cinque settimane. I vaccini sono la nostra migliore via d’uscita. Non solo funzionano, ma sono anche molto efficaci nel limitare le infezioni. Tuttavia, la distribuzione di questi vaccini è inaccettabilmente lenta”.

Ancora: in media, lo 0,31 per cento della popolazione europea riceve una dose ogni giorno “un tasso quasi doppio rispetto a quello del resto del mondo (0,18), ma nettamente inferiore a Usa e Canada (0,82)”. Kluge: “Dobbiamo accelerare il processo, aumentando la produzione, riducendo gli ostacoli alla consegna e utilizzando qualsiasi dose abbiamo in magazzino, ma attualmente la situazione in Europa è la più preoccupante che osserviamo da diversi mesi”.

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Laureata in Filosofia, classe 1990, è appassionata di politica e tecnologia. È innamorata di Napoli di cui cerca di raccontare le mille sfaccettature, raccontando le storie delle persone, cercando di rimanere distante dagli stereotipi.