Quando inizierà la Fase 2, tecnicamente il 4 maggio ma non è da escludere preventivamente un anticipo o un prolungamento delle attuale misure di lockdown, la nostra vita cambierà. O, per lo meno, cambieranno alcune delle nostre ‘vecchie’ abitudini. E dovremo confrontarci con situazioni nuove nella vita di tutti i giorni che fino a gennaio sembravano possibili solo in un film o un libro di fantascienza.

L’imperativo per la ripartenza sarà quello di “scaglionare“, suddividendo attività e persone in base al rischio. Inevitabile, dunque che gli ultimi a poter terminare la quarantena saranno gli anziani con più di 70 anni, soprattutto quelli con una o due patologie croniche: “Per loro — spiega  sottosegretaria alla Salute Sandra Zampa al Corriere della Sera — dobbiamo prevedere un programma particolare, percorsi che ci consentano di proteggerli dal contagio quando i più giovani ricominceranno a circolare. Però mettendoli anche al riparo dall’afa e dall’isolamento che può avere effetti devastanti a livello psicologico. E dunque un vero e proprio piano di interventi”.

 TERMOSCANNER – Faremo conoscenza, ad esempio, con il termoscanner. Pressappoco come il metaldetector negli aeroporti, questo ‘marchingegno’ controlla la temperatura corporea. L’idea è di piazzarne uno all’entrata di tutti gli uffici e di tutti i negozi. Se hai la febbre stai fuori, se non ce l’hai entri.

 GUANTI E MASCHERINE – Ancorché fastidiosi, mascherine e guanti diventeranno parte del nostro outfit, almeno fino a quando non sarà definitivamente debellato il virus. Mascherine e guanti dovranno essere ‘indossati’ sul posto di lavoro, quindi negli uffici, nelle fabbriche e durante le visite agli esercizi commerciali. Insomma, quando si va a comprare. Saranno poi obbligatori i dispenser per il disinfettante. Resterà in vigore la regola della distanza di un metro e degli ingressi scaglionati, dal supermercato alla bottega artigiana.

 TELEFONI – La tecnologia ci verrà in aiuto e diventerà determinante per riacquistare poco alla volta scampoli di normalità. Per evitare che esplodano nuovi focolai, saranno determinanti i cellulari. Il capo della protezione civile, Angelo Borrelli, con l’endorsment di Franco Gabrielli, che è il capo della polizia, ha ottenuto che, in caso di necessità di rintracciare che è entrato in contato con un ‘positivo’, questure e commissariati possano utilizzare utenze fisse o mobili per disegnare una mappa degli spostamenti.

 I CONTROLLI ASL –  La Asl ha la possibilità di utilizzare i numeri telefonici delle persone che sono entrate in contatto con dei positivi. Anche questo passaggio, che avviene in stretta collaborazione con la questura, è determinante per mappare le persone a rischio. Un atteggiamento preventivo che si rende necessario in previsione di quando le misure restrittive saranno allenate e le persone potranno muoversi liberamente.

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