In occasione dell’8 marzo, la Festa della Donna, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha ricevuto al Quirinale molte ospiti delle istituzioni, della cultura e della società. Il tema della cerimonia è stato “Donne dell’arte“, con testimonianze di cantautrici, storiche dell’arte, scrittrici e street artist. Presente anche Eugenia Maria Roccella, ministro per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità e la premier Giorgia Meloni. Nel suo discorso Mattarella ha parlato delle condizioni delle donne nel mondo del lavoro e nella società in generale, citando anche alcuni episodi ed esempi. Il capo dello Stato, parlando poi di arte, ha poi mandato – quello che sembra – un messaggio in riferimento alle polemiche delle scorse ore su Jorit, lo street artist italiano che si è voluto fotografare con Vladimir Putin.

Mattarella, il ruolo delle donne nell’arte

Mattarella, iniziando il suo intervento nel giorno della Festa della Donna, ha spiegato il motivo dietro alla scelta di un tema legato all’arte: “Donne e arte o, meglio, donne dell’arte è il tema che abbiamo scelto per questa giornata della donna 2024. Un argomento che vuole sottolineare il contributo femminile nella immaginazione, nella creatività delle arti. Un contributo di grande importanza – e troppo spesso trascurato o, talvolta, addirittura, ignorato – in uno dei settori fondamentali per la vita stessa dell’umanità. L’arte non è fuga dalla realtà, non rappresenta il superfluo. Chi la valuta così ha una visione angusta e distorta dell’esistenza e nega alla radice la natura stessa della persona umana, il suo innato e insopprimibile desiderio di ricerca, di ispirazione, di interpretazione della realtà. L’arte è parte essenziale della storia dell’umanità. Senza di essa il mondo sarebbe grigio e spento”.

Mattarella, le differenze e le difficoltà per le donne

Poi il capo dello Stato ha sottolineato le persistenti differenze legate al genere nel mondo del lavoro e in generale in tutta la società: Purtroppo si “conferma che le donne – nell’arte come in tanti altri campi – per esprimersi e realizzarsi abbiano dovuto affrontare un supplemento di fatica, un di più di impegno, quasi un onere occulto e inspiegabili sulla loro attività. Come se a loro fossero richiesti obblighi ulteriori e dovessero superare continuamente esami e giudizi più rigorosi. Che dovessero sempre dimostrare il valore e la capacità espressiva alla base della loro arte”. Mattarella ha poi aggiunto: “È questo un fenomeno purtroppo ben noto, ampiamente studiato, che affonda le radici in pregiudizi e stereotipi sulle donne che tuttora riaffiorano anche nelle società che si ritengono più avanzate”.

Donne, ansie di crescita e anticipo di cambiamento

Il presidente della Repubblica, dal Quirinale, ha fatto poi esempi di cambiamenti anticipati da figure femminili: “Le ansie di crescita, di emancipazione, l’anticipo del cambiamento recano il segno delle donne. Alcesti, Antigone, Clitemnestra, Fedra, Medea, Elettra, sollecitano tuttora la nostra riflessione, ci parlano ancora. Pensiamo anche al messaggio della commedia “Le donne al parlamento” di Aristofane: quando la situazione degenera sono spinte a sostituirsi agli uomini. Questa raffigurazione la ritroviamo, nella vita reale, nel contributo dei movimenti femminili alla causa della pace. Pensiamo a figure come l’americana Dorothy Day, impegnata prima a sostegno della battaglia delle “suffragette” per il voto alle donne, poi contro la povertà e l’esclusione sociale, infine per la pace”.

Arte, Mattarella e il riferimento a Jorit

In un altro passaggio del suo intervento, il presidente Mattarella ha fatto riferimento al potere dell’arte. “La nostra Costituzione afferma con efficace semplicità che “l’arte e la scienza sono libere”. L’arte è libertà. Libertà di creare, libertà di pensare, libertà dai condizionamenti. Risiede in questa attitudine il suo potenziale rivoluzionario: e non è un caso che i regimi autoritari guardino con sospetto gli artisti e vigilino su di loro con spasmodica attenzione, spiandoli, censurandoli, persino incarcerandoli. Le dittature cercano in tutti i modi di promuovere un’arte e una cultura di Stato, che non sono altro che un’arte e una cultura fittizia, di regime, che premia il servilismo dei cantori ufficiali e punisce e reprime gli artisti autentici”. Difficile non vederci un riferimento in merito alle polemiche delle ultime ore scoppiate in Italia per la presenza dello street artist Jorit in Russia al fianco di Vladimir Putin.

Mattarella, l’esempio delle donne iraniane

Mattarella ha poi voluto ringraziare Etta Scollo “per aver dedicato alla battaglia delle donne iraniane, per la libertà e l’autodeterminazione, la sua canzone conclusiva. Rivolgiamo un pensiero alle tante artiste imprigionate e sottoposte a vessazioni, a intollerabili divieti in tante parti del mondo. Dobbiamo sentirci coinvolti nella loro condizione e nelle loro aspirazioni”.

Mattarella, il ricordo di Giulia Cecchettin

Nel discorso di Mattarella, spazio anche al ricordo del femminicidio di Giulia Cecchettin, un caso di cronaca che ha sconvolto tutto il Paese per giorni: “Come non ricordare le vittime nei tanti femminicidi, anche in giorni recenti. Come non ricordare, per tutte, Gulia Cecchettin, la cui tragedia ha coinvolto nell’orrore e nel dolore l’intera Italia ? Si è detto tante volte – anche in quei giorni – che occorre una profonda azione culturale per far acquisire a tutti l’autentico senso del rapporto tra donna e uomo: l’arte è un veicolo efficace e trainante di formazione e di trasmissione di valori della vita. Per questo, oggi, rendiamo omaggio ed esprimiamo riconoscenza al protagonismo artistico delle donne”.

Redazione

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