Mancano poco più di due mesi alla fine del campionato di serie A e a Napoli, messa da parte la scaramanzia (19 i punti di vantaggio e 11 le partite ancora da disputare), si inizia già a programmare la festa scudetto molto probabilmente in programma, scongiuri a parte, domenica 4 giugno. Con la città già addobbata a festa in ogni quartiere, Comune e Prefettura sono a lavoro per la gestire nel migliore dei modi il party ufficiale, quello volto a omaggiare la squadra di Aurelio De Luarentiis e Luciano Spalletti.

Sono ancora diversi gli aspetti da chiarire, a partire delle location da individuare per spalmare tifosi e turisti che vorranno partecipare all’evento. Non mancano, come sempre, le polemiche ma andiamo con ordine. L’organizzazione per i festeggiamenti per lo scudetto azzurro (il terzo della storia, che dovrebbe arrivare dopo 33 anni) si snoda su due filoni. Il primo, imprevedibile fino a un certo punto, è relativo alla festa spontanea attesa nel giorno in cui il Napoli conquisterà matematicamente il titolo (l’ipotesi è a inizio maggio). Il secondo filone riguarda invece la festa che verrà organizzata alla fine del campionato che potrebbe coinvolgere quasi due milioni di persone.

“E’ chiaro che da un lato ci sarà una festa spontanea, un entusiasmo spontaneo nel quale c’è chiaramente un problema di ordine pubblico ed anche di responsabilità dei cittadini” ha detto il sindaco, Gaetano Manfredi.

Per quanto riguarda la festa ufficiale, che probabilmente sarà il 4 giugno, “per una scelta fatta anche da parte mia – sottolinea il primo cittadino – sarà una festa policentrica per coinvolgere tutta la città e ci sarà un palco in ogni Municipalità oltre a quello centrale in piazza Plebiscito”. “Poi – ha aggiunto – c’è ovviamente il tema dell’ordine pubblico per la gestione degli spazi e degli accessi che è sotto l’egida della Prefettura e della questura e stiamo lavorando insieme per garantire la massima partecipazione in sicurezza che è il nostro obiettivo così come garantire un’espressione di gioia che tutti vogliamo”.

L’ipotesi, avanzata dal quotidiano Il Mattino, è quella di una festa principale in piazza del Plebiscito a numero chiuso, ovvero con prenotazioni online. Una soluzione, che sta già suscitando polemiche, al vaglio di Prefettura, Questura e Comune. Una festa, quella del 4 giugno, che dovrebbe avere anche altre location in città oltre ai palchi allestiti in ognuna delle dieci Municipalità (così come annunciato dal sindaco Manfredi). Sarebbero almeno altre tre le piazze o le zone in cui festeggiare: una a Scampia, un’altra sul lungomare e la terza ancora da definire.

“Festa scudetto a Piazza Plebiscito a numero chiuso su prenotazione è come godere senza arrivare” commenta lapidario l‘ex sindaco Luigi de Magistris che poi, dall’alto del suo decennio poco edificante, prova a dispensare consigli: “La passione e le vittorie non si possono regolamentare con ordinanze e decreti anche perché i napoletani sapranno far convivere la gioia non programmabile, perché stupenda, spontanea, con l’amore profondo che nutrono per la nostra città”.

“Solo chi non conosce Napoli – sottolinea De Magistris – può pensare che quelle feste si possano regolamentare magari bacchettando pure con i sermoni, come fece Manfredi dopo la guerriglia con gli pseudo tifosi tedeschi. Invece di spiegare come abbiano fallito nel piano anti violenza ha apostrofato i napoletani come teppisti dicendogli di non imbrattare Napoli” . “Tra l’altro – conclude De Magistris ospite di Barba&capelli su Radioclub91 – non mi risulta che ci siano mai state durante le feste di passione per il Napoli fenomeni di tipo vandalico. E dipendesse da me non vieterei tamburi e bandiere al Maradona”.

Redazione

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