“Nel maggio 2010 la Guardia di Finanza mi ha sequestrato la barca e sui media di tutto il mondo usciva la notizia che ero un evasore fiscale. Oggi, dopo 12 anni e 6 processi, si è finalmente accertata la mia innocenza. Un vero calvario che si è fortunatamente concluso”. Così Flavio Briatore ha commentato la notizia dell’assoluzione da parte della Corte d’Appello di Genova nel processo sulla vicenda dello yacht Force Blue, come riportato dall’Ansa.

La vicenda risale al 2010. Il maxi yacht Force Blue, considerata una delle imbarcazioni più lussuose al mondo, fu sequestrato a largo della Spezia mentre il mentre il manager era a bordo con Elisabetta Gregoraci e il figlio. Secondo l’accusa originaria Briatore era amministratore di fatto e proprietario della Autumn Sailing Limited, la società con sede nelle Isole Vergini Britanniche, proprietaria dell’imbarcazione che organizzava i charter, e, quindi, effettivo proprietario e armatore. L’accusa iniziale era quella di aver simulato un’attività commerciale di noleggio che avrebbe consentito di utilizzare l’imbarcazione, iscritta in un Paese extracomunitario, per uso diportistico in acque territoriali italiane dal luglio 2006 al maggio 2010 senza versare la dovuta Iva all’importazione per 3,6 milioni di euro.

Gli indagati erano stati quindi accusati di avere indebitamente goduto di agevolazioni fiscali compreso l’aver indicato l’uso di carburante come esente dalle accise. Un’altra accusa era quella di emissione di fatture per operazioni inesistenti. Oltre a Briatore erano stati indagati il comandante dello yacht e gli amministratori che si sono avvicendati nella società. La Cassazione aveva annullato per due volte le sentenze d’appello imponendo nuovi processi. Ben 12 anni dopo, la corte d’appello di Genova ha assolto Flavio Briatore e altre tre persone “perché il fatto non costituisce reato” nel processo sulla vicenda dello yacht Force Blue.

I giudici hanno revocato la confisca dell’imbarcazione e dei 3 milioni e 600 mila euro. La Cassazione aveva annullato la sentenza della Corte d’Appello che condannava Briatore a 18 mesi e aveva ordinato un nuovo processo. Anche la procura generale aveva chiesto l’assoluzione e la revoca della confisca. La sentenza diventa così definitiva. Per quanto concerne invece la confisca, l’Avvocatura di Stato potrebbe impugnare la decisione. Il Force Blue era stato venduto un anno fa all’asta e se lo era aggiudicato l’ex patron della Formula 1 Bernie Ecclestone per sette milioni a fronte di una stima di 20 milioni. La Cassazione aveva annullato per due volte le decisioni dei magistrati genovesi.

Dunque Briatore è stato assolto ma la barca intanto è stata venduta. “È inaccettabile che si sia venduto lo yacht prima della definitività della causa. Ora l’armatore e Briatore hanno diritto a un adeguato ristoro”. È il commento dell’avvocato Massimo Pelliccio che insieme al professore Franco Coppi, ha assistito il manager. La corte d’appello, su segnalazione del custode giudiziario, aveva deciso per la vendita per il rischio di degrado del Force Blue, il 78esimo superyacht più grande al mondo. “Finalmente una sentenza che rende giustizia – ha continuato il legale -. È un processo che dopo 12 anni vede una assoluzione definitiva, assoluzione che era evidente fin dall’inizio”. Gli altri imputati assolti sono difesi dagli avvocati Fabio Lattanzi, Siniscalchi, Andrea Vernazza, Giuseppe Sciacchitano e Cesare Manzitti.

Briatore, che non era in tribunale a Genova al momento della sentenza, raggiunto al telefono da Repubblica si è sfogato: “Mi sono levato di dosso 12 anni di sofferenza, ma se non avessi le spalle larghe e fossi un piccolo imprenditore mi avrebbero ammazzato. Sono stato trattato da criminale da pm che non sono interessati ad accertare la verità. Per fortuna esistono giudici onesti, e noi li abbiamo trovati sia a Roma, in Cassazione, che a Genova”.

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Laureata in Filosofia, classe 1990, è appassionata di politica e tecnologia. È innamorata di Napoli di cui cerca di raccontare le mille sfaccettature, raccontando le storie delle persone, cercando di rimanere distante dagli stereotipi.