“Il garantismo è per tutti, è per il re e per i rom”. E’ la frase che ricorda, in chiusura d’intervento, Piero Sansonetti nel corso de L’Ora del Riformista dedicata al caso Consip: chi paga i danni dell’inchiesta? La domanda arriva dopo le assoluzioni al termine del processo di primo grado di uno dei filoni principali dell’inchiesta partita sette anni fa con arresti e indagati eccellenti e poi scioltasi, con il passare del tempo, come neve al sole dopo aver provocato danni politici, economici e umani ingenti.

Consip, Sansonetti: “Operazione di magistratura e stampa insieme”

L’ex direttore del Riformista, che dal maggio 2023 dirige L’Unità, ripercorre l’inchiesta Consip dopo la pubblicazione l’11 novembre scorso delle motivazioni della sentenza di assoluzione nei confronti degli otto imputati (ad essere condannati, invece, due investigatori). “L’operazione – sottolinea Sansonetti – è stata condotta insieme da una parte della magistratura e da una parte della stampa, addirittura non si sa chi sia più forte. Mi chiedo perché l’ordine dei giornalisti non sia intervenuto dinanzi a un crollo dell’etica professionale. È chiaro l’inquinamento della magistratura, che è diventato un soggetto economico in un sistema capitalistico che ha problemi ad adeguarsi alla modernizzazione. Dal 1992 ad oggi, con l’ingresso della magistratura nel meccanismo economico, l’economia italiana cala”.

“Giornalisti del caso Consip mascalzoni”

Per Sansonetti “Romeo è riuscito a reagire all’ingiustizia che stava ricevendo ed è riuscito a trasformare la sua storia in una lezione di garantismo dopo esser stato sbattuto in prigione per quattro mesi, poi i domiciliari per altri mesi. Buttato in pasto alla stampa che si è comportata da stampa mascalzona. Sono pochi i giornali che si salvano. I giornalisti che hanno seguito questa vicenda, che hanno riempito di fango Romeo e che non hanno mai chiesto scusa sono dei farabutti”.

“Romeo ha combattuto contro chi calpestava legalità”

“Sono anticapitalista però distinguo il comportamento degli imprenditori. Sono molto colpito da come ha affrontato questa ingiustizia. Romeo ha capito – ha spiegato Sansonetti– che avrebbero potuto raderlo al suolo ma ha combattuto con armi bianche mentre altri, carabinieri e giornalisti, calpestavano la legalità. Mi ha raccontato dei mesi in carcere, dei primi 15 giorni terribili in isolamento, in una stanzina di due metri per tre senza televisione, senza libri, senza sapere il perché. Ha affrontato tutto con molto coraggio, non ha mai trattato, si è sempre dichiarato innocente, poi ha trasformato la lezione di questa vicenda nel suo fortissimo impegno sul piano del garantismo, ridando vita a due giornali come Riformista e L’Unità”.

Nonostante il carcere e i danni economici ricevuti, “Romeo è riuscito a salvare la sua azienda, non so come ha fatto. E’ riuscito a rilanciarla pur ricevendo dei danni economici pazzeschi che in parte dovranno essergli risarciti dallo Stato”. Poi la battaglia sul garantismo: “Ricordo che quando abbiamo per la prima volta discusso di quando far ripartire il Riformista lui mi disse questa frase, ‘il garantismo è per tutti, è per il re e per i rom”.

Redazione

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