E’ di un poliziotto lievemente ferito, diverse auto danneggiate e lanci di sedie e pietre tra italiani e i componenti della comunità bulgara di etnia rom il bilancio della giornata ad alta tensione andata in scena a Mondragone, comune del litorale casertano, dove negli ultimi quattro giorni sono stati registrati 43 casi di positività al coronavirus (la maggior parte dei positivi è asintomatico) su oltre 700 tamponi analizzati.

Nonostante la mini zona rossa disposta il 22 giugno scorso dalla Regione Campania in seguito a un focolaio registrato negli ex Palazzi Cirio (cinque edifici in totale: palazzo Drago, palazzo Roma, palazzo A-G, palazzo Nuovo Messico, palazzo California) compresi tra viale Margherita e la Domiziana, nelle scorse ore si sono registrati numerosi tentativi di fuga da parte dei residenti di nazionalità bulgara (ma non solo) per andare a lavorare nei campi.

La situazione ora è stazionaria, ci sono circa 200 persone davanti al palazzo dove si trovano i bulgari in quarantena e in serata è atteso l’arrivo dei circa cento militari inviati dal ministero dell’Interno. “Dopo il colloquio con il ministro Lamorgese di questa mattina – ha dichiarato il presidente della regione Campania De Luca – oggi sono stato a Mondragone dove ho incontrato i responsabili dell’ordine pubblico per fare il punto e organizzare controlli rigorosi che stasera potranno già contare sull’arrivo di un contingente di militari e sul potenziamento dei servizi disposti da Prefettura e Questura”.

“Nel vertice – spiega – sono state affrontate le questioni dell’ordine pubblico e sul piano sanitario; con Asl e Istituto Zooprofilattico abbiamo stabilito che già da domani mattina nell’area contigua alla zona rossa dei cinque palazzi ex Cirio, ci saranno i camper che consentiranno ai cittadini di Mondragone di sottoporsi a tampone su base volontaria. I dati raccolti dallo screening saranno utili per ogni eventuale ulteriore decisione dell’Unità di Crisi della Regione”. De Luca ribadisce che “al momento resta l’obbligo di quarantena per tutti quanti vivono nel palazzo ex Cirio. E per questo è indispensabile che venga rigorosamente rispettata l’ordinanza, con il contributo determinante delle forze dell’ordine cui si aggiungeranno anche i militari. Ovviamente al di là di ogni altra considerazione, come ormai ripetiamo dall’inizio del mese di giugno, ora più di prima è fondamentale il senso di responsabilità di ciascun cittadino. Risolveremo anche questa emergenza”, conclude.

Prova a fare chiarezza anche il sindaco di Mondragone, Virgilio Pacifio, duramente criticato dai suoi concittadini perché “da tempo denunciavamo lo stato di degrado in cui viveva la comunità bulgara”. Secondo il primo cittadino la comunità residente nei Palazzi Cirio era stata sottoposta a test sierologici dallo scorso 9 giugno “nell’ambito del progetto Demetra della Asl” e “tutti i test praticati erano risultati negativi. Con la fine del lockdown e con l’approssimarsi della stagione del raccolto – spiega Pacifico in un video – abbiamo notizie che molta di questa manovalanza bulgara è approdata a MONDRAGONE, con il coincidere di un’impennata del virus anche in Bulgaria. Abbiamo segnalato questa cosa alle autorità”. Pacifico, che in un video pubblicato su Facebook ha fatto il punto sulla situazione che si è creata con l’emersione di un focolaio proprio all’interno della comunità bulgara residente nel comune domizio, ha nuovamente stigmatizzato quanto avvenuto stamattina, quando “un gruppo di cittadini bulgari e non hanno forzato il cordone sanitario attorno ai Palazzi Cirio, una cosa gravissima. E’ stato un atto di insubordinazione all’ordinanza del presidente della Regione Campania che aveva predisposto l’interdizione di quella zona per circoscrivere il virus e per salvaguardare l’intera comunità di Mondragone”.

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