Calma apparente in Francia dopo sei notti di violenza e disordini in più città (Parigi e Marsiglia in primis) in seguito all’omicidio del 17enne Nahel per mano di un poliziotto. La notte tra domenica e lunedì è stata più tranquilla delle precedenti con “appena” 157 persone arrestate, otto volte in meno rispetto ai numeri diffusi nei giorni precedenti. Sono stati inoltre registrati 352 incendi su strade pubbliche e 297 di veicoli. In una di queste circostanze ha perso la vita un giovane vigile del fuoco di 24 anni, intento a domare le fiamme presenti all’interno di un parcheggio sotterraneo a Saint-Denis, a nord di Parigi.

Lo ha reso noto in un tweet il ministro dell’Interno, Gerald Darmanin. “Ieri sera, mentre combatteva contro l’incendio di diversi veicoli in un parcheggio sotterraneo a Saint-Denis, un giovane caporale-capo dei vigili del fuoco di Parigi di 24 anni è morto nonostante le cure rapidissime dei suoi compagni di squadra”, ha riferito il ministro, che ha poi espresso le sue condoglianze “alla famiglia, ai suoi cari e ai suoi compagni”. Tre i poliziotti rimasti feriti e 34 edifici, tra cui un commissariato e una caserma, sono stati danneggiati: tutti numeri inferiori rispetto alle guerriglie delle notti precedenti.

Le Pen diserta l’incontro

Resta comunque imponente il dispiegamento di forze dell’ordine, 45.000 fra poliziotti e gendarmi. Macron e la prima ministra, Elisabeth Borne, hanno ricevuto oggi rispettivamente le alte cariche dello Stato – il presidente del Senato Gérard Larcher e quella dell’Assemblée Nationale, Yael Braun-Pivet – e i capigruppo in Parlamento (Marine Le Pen si è rifiutata di andare all’incontro, sembra perché voleva essere “ricevuta da Macron” e non da Borne). Domani è previsto l’incontro che Macron avrà all’Eliseo con oltre 200 sindaci di città e piccoli paesi che hanno subito di più la violenza di questi giorni.

Le due collette e le polemiche

Intanto polemiche per le due, differenti, collette in corso: una per l’agente che ha sparato e ucciso Nahel, e attualmente in detenzione preventiva nel carcere della Santé, l’altra per la famiglia del 17enne. La prima, avviata da un commentatore dell’estrema destra Jean Messiha, vicino al politico Eric Zemmour, (un’altra è stata aperta i colleghi motociclisti dell’Haute-de-Seine) ha superato il milione di euro. Quella per il ragazzo ucciso ha raccolto poco meno di 200mila euro.

La colletta per l’agente è stata aperta su GoFundMe e ha raccolto donazioni di oltre 50mila persone, riferisce Bfmtv, per un totale di un milione di euro. Tuttavia non è chiaro però se la somma arriverà alla famiglia del poliziotto. Secondo il sito americano la colletta rispetta le regole interne ma non tutti sono d’accordo visto che le condizioni d’utilizzazione di GoFundMe vietano raccolte di denaro che incitano “all’odio”, “l’intolleranza” o “riflettono un abuso di potere legato alla razza, l’origine etnica o nazionale”. Inoltre una legge francese del 1881, ricorda l’emittente, vieta raccolte di fondi per pagare multe o risarcimenti derivanti da procedure giudiziarie.

Borne: “Colletta estrema destra non aiuta pacificazione”

Per la prima ministra Borne, “il fatto che la raccolta a sostegno della famiglia del poliziotto che ha sparato uccidendo il giovane Nahel sia stata lanciata da una persona vicina all’estrema destra non contribuisce alla pacificazione”.

Sindaco aggredito: “Democrazia attaccata, postini e medici non entrano in quartieri”

In giornata c’è stato il raduno per il sindaco di Hay-les-Roses (periferia sud di Parigi), Vincent Jeanbrun la cui famiglia è stata vittima di una violenta aggressione realizzata, due notti fa, con un’auto ariete lanciato contro la loro villa nel cuore della notte.  “Grazie di essere venuti a testimoniare il vostro sostegno alle migliaia di politici locali” ha commentato il primo cittadino spiegando che con le violenze in corso in più città francesi “è la democrazia stessa ad essere attaccata, noi sindaci siamo attaccati, i professori sono aggrediti, le forze dell’ordine e di sicurezza sono prese a bersaglio, anche i nostri medici o i nostri postini non entrano più in certi quartieri”.

Proprio l’attacco alla famiglia del sindaco, oltre all’appello lanciato in televisione dalla notta di Nahel “stanca e disperata” affinché non fossero più spaccate le vetrine, devastate le scuole, incendiati gli autobus, sottolineando di avere fiducia nella giustizia perché chi ha ucciso suo nipote paghi il giusto prezzo, potrebbero aver fermato la protesta dei giovanissimi “casseur” (teppisti).

 

 

 

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