Otto ostaggi israeliani morti, sette già rilasciati e 18 in attesa di riabbracciare le proprie famiglie. Questo il bilancio fornito da Hamas e confermato dal governo israeliano L’accordo della tregua a Gaza firmata nelle scorse settimane prevedeva infatti il rilascio di 33 ostaggi israeliani e la scarcerazione di circa 1.900 detenuti palestinesi nella prima fase di attuazione dell’intesa. Di questi 33 ostaggi, sette sono stati rilasciati nei giorni scorsi. Si tratta di Romi Gonen, Doron Steinbrecher ed Emily Damari rilasciate il 19 gennaio e di Karina Ariev, Daniella Gilboa, Naama Levy e Liri Albag liberate sabato dopo oltre un anno di prigionia nella Striscia di Gaza. Altri ostaggi dovrebbero tornare in libertà giovedì e sabato prossimi.

Ostaggi: 25 vivi, 8 morti

I 33 nomi sulla lista sono donne, i bambini della famiglia Bibas, uomini di età superiore ai 50 anni e uomini malati e feriti. Mentre otto di loro sono morti o lo erano già prima dell’intesa tra Israele e Hamas. Un portavoce del governo di Tel Aviv, David Mencer, spiega che “le famiglie sono state informate”. La lista con le informazioni sulle condizioni degli ostaggi sarebbe stata consegnata da Hamas a Israele nella tarda serata di domenica 26 gennaio. L’elenco, secondo i media israeliani, non fornisce dettagli in merito allo status di ciascun individuo, ma include il numero complessivo dei prigionieri ancora in vita.

Il medico: “C’è chi è rimasto solo nei tunnel per tutta la prigionia”

Intervistato dal Times of Israel, il vice capo del corpo medico dell’esercito israeliano, colonnello Avi Banov, ha spiegato i dettagli della prigionia dei sette ostaggi liberati nei giorni scorsi. “Alcuni di loro ci hanno detto che sono stati nei tunnel sotterranei negli ultimi mesi, altri che ci sono stati tutto il tempo della prigionia. Altri sono rimasti soli per tutto il tempo che sono stati nei tunnel”. “Chi è stato insieme a qualcuno, oggi sta meglio”, ha aggiunto.

Il ritorno dei palestinesi nel nord della Striscia

Intanto in mattinata migliaia di civili, in auto e a piedi, hanno ottenuto il via libera per attraversare il corridoio di Netzarim e la strada del mare Rashid e tornare a casa, nel nord della Striscia di Gaza. Via libera che sarebbe arrivato dopo l’ennesimo accordo tra Israele e Hamas sulla liberazione di Arbel Yahud, la cittadina tedesco-israeliana di 29 anni che doveva già essere rilasciata nel primo scambio ostaggi-detenuti del 19 gennaio scorso ma che è stata sostituita da Hamas alla fine. Lo scorso 7 ottobre 2023 la donna  venne prelevata dalla sua casa nel kibbutz Nir Oz insieme al compagno Ariel Cunio, anche lui fra gli ostaggi.

I prossimi ostaggi rilasciati

“Nessuno passerà fino a quando Yahud non verrà liberata” aveva detto in una nota l’ufficio del primo ministro israeliano. Poi le trattative delle ultime ore e la nuova intesa tra le parti con Yahud che verrà liberata giovedì 30 gennaio insieme a Adam Berger, l’ultima delle soldate di Nahal Oz ancora in mano ad Hamas e un altro ostaggio: con tutta probabilità Keth Seigel, 65 anni, cittadino israeliano e americano, prelevato dal kibbutz di Kfar Aza. Israele rilascerà 110 detenuti palestinesi.

Il bilancio degli ostaggi: 87 restano a Gaza

Ottantasette dei 251 ostaggi rapiti da Hamas il 7 ottobre rimangono a Gaza, compresi i corpi di almeno 34 morti confermati dall’IDF. Hamas sta anche trattenendo due civili israeliani che sono entrati nella Striscia nel 2014 e nel 2015, così come il corpo di un soldato dell’IDF ucciso nel 2014. Il corpo di un altro soldato dell’IDF, ucciso anch’esso nel 2014, è stato recuperato a Gaza questo mese.

Redazione

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