L'eccezione
“Generazione bellezza”, quando la Rai fa servizio pubblico ma lo nasconde a tutti

In questi giorni va in onda su Rai3 “Generazione Bellezza”, una nuova trasmissione Rai che risponde davvero ai compiti del servizio pubblico. Il taglio, le tematiche affrontate, la collocazione oraria in prima serata, il linguaggio, le riprese di alta qualità alternate a formati da telefonino e da social, un volto nuovo alla conduzione: tutti gli elementi dimostrano il tentativo di scommettere su qualcosa di nuovo e ambizioso.
Parlare di bellezza, parlare di cultura e patrimonio culturale non è facile, tentare di farlo rivolgendosi ai giovani è ancora più difficile, ma “Generazione Bellezza” dà l’impressione di riuscirci.
Peccato che la Rai sembri non crederci più di tanto: poca pubblicità, nessuna campagna di lancio, poco sostegno a livello di comunicazione e solo 4 puntate previste, l’ultima in onda venerdì 10 gennaio. Su un programma del genere sarebbe giusto investire di più, programmarlo in maniera più continua. I temi sembrano di nicchia ma in realtà possono raggiungere un pubblico vasto. Un esempio per tutti: un mito famoso in tutto il mondo come quello di Polifemo, che però non è minimamente rintracciabile in quella che potrebbe essere la sua “casa”, Acireale in Sicilia.
E ancora: il conduttore Emilio Casalini passa per Verona e mostra come è stato valorizzare il racconto di Giulietta e Romeo, poi ci porta poi in cima alla cupola a forma ellittica più grande del mondo, a Vicoforte, in Piemonte, e cala lo spettatore in una realtà nascosta, per mostrare come l’impegno delle singole persone possa cambiare le cose. Un ragazzo del luogo, Nicola Facciotto, ha pensato a come rendere sicuri i vecchi camminamenti e permettere così ai visitatori di sfiorare con sguardo e mani seimila metri quadrati di affresco. Perfino ad un disabile è stato permesso di “volare” al centro della cupola e godere anche lui della bellezza.
Stessa cosa a Napoli, nella seconda puntata ambientata nel Rione Sanità, dove per superare la triste realtà di un quartiere storicamente degradato i giovani del posto hanno deciso di valorizzare quello che avevano, creando economia pulita. Hanno riaperto le catacombe di S. Gennaro, chiuse da decenni, e i flussi di oltre 100mila visitatori all’anno stanno cambiando un intero quartiere dove, fino a pochi anni fa, nessuno metteva piede. Un’intera comunità coinvolta che cambia il proprio futuro.
Linguaggio semplice che soddisfa chi ha maggiori conoscenze ma raggiunge anche chi è meno informato. Sembrerebbe che la trasmissione voglia tentare di fare da pungolo per i cittadini a prendere in mano la tutela del proprio patrimonio e le redini del proprio sviluppo. Questo deve fare un’industria culturale, la più importante del nostro Paese.
“La bellezza davvero può cambiare un quartiere, anche un quartiere come la Sanità”#GenerazioneBellezza #Rai3 pic.twitter.com/V21MJdQL0x
— Rai3 (@RaiTre) January 7, 2020
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