L’avvocato Francesco Stilo, imputato nel processo “Rinascita Scott”, ha ricusato una delle tre giudici che compongono il tribunale. Il motivo è semplice, la dottoressa Germana Radice, che dovrà decidere l’innocenza o la colpevolezza dell’imputato Stilo Francesco, contemporaneamente, nella sua veste di giudice civile, compie atti a lui non favorevoli in una causa attivata quattro anni fa dallo stesso avvocato per un risarcimento danni nei confronti dell’Asp di Vibo Valentia per una diagnosi ospedaliera sbagliata.

È incompatibile e potrebbe anche essere prevenuta. Se vogliamo aggiungere la ciliegina sulla torta di questo pasticcio, quando nell’aula del maxiprocesso l’avvocato Paola Stilo, difensore del fratello, ha preannunciato anche un possibile ricorso al Csm perché valuti in via disciplinare la mancata astensione della giudice, è insorta la pm Annamaria Frustaci della dda accusando la legale di “intimidazione”. Quando si dice il coraggio. Cominciamo con il chiarire che l’avvocato Francesco Stilo sta soffrendo moltissimo per una carcerazione per concorso esterno in associazione mafiosa che dal 19 dicembre del 2019, giorno dell’arresto, lo ha costretto a un vero peregrinaggio in diverse carceri italiane nonostante le gravi condizioni di salute e lo mantiene tuttora ai domiciliari per il reato inesistente.

È malato di una leucemia mieloide, ha gravi problemi cardio vascolari e di ipertensione, un’infiammazione cerebrale che gli ha portato gravi difficoltà di deambulazione, un ematoma aortico che ha condotto l’avvocato poco tempo fa a un ricovero urgente per problema emorragico e infine la perdita di trenta chili. E lasciamo perdere i problemi psichici di chi è costretto tra l’altro a dedicare una parte della giornata all’assunzione di medicinali, tanto da autodefinirsi ironicamente “polifarmacia”. Un fascicolo sanitario ben più corposo di quello giudiziario. Ma nel 2015, quando comincia questa storia che pare non avere mai fine e in cui si arriva al paradosso di essere accusati di intimidazione nei confronti dei magistrati se si osa rivendicare i propri diritti, Francesco Stilo era semplicemente un avvocato calabrese che viveva in modo normale la propria vita e svolgeva la propria professione di avvocato famoso e brillante.

Fu in quell’anno che ebbe un grave incidente d’auto che cominciò a cambiare la sua vita. Fu ricoverato in gravi condizioni all’ospedale di Tropea, da cui uscì con una diagnosi che lui ritenne insufficiente e inadeguata alle gravi conseguenze, come il rischio di emorragie che lo avevano trasformato in malato cronico in continuo allarme per la vita. Per questo motivo aveva avviato una causa civile al tribunale di Vibo Valentia, competente anche sul territorio di Tropea nei confronti della Asp di Vibo Valentia e del suo broker assicurativo. Veniva denunciata una “colpa medica” e richiesto un risarcimento del danno subito. Il presidente del tribunale nominava come perito medico-legale il professor Antonio Di Virgilio, un cardiochirurgo di grande esperienza.

Il luminare accertava che effettivamente l’ospedale di Tropea aveva mostrato imperizia nell’attività diagnostica per non aver saputo riconoscere la patologia di ematoma aortico che si era rivelata gravemente invalidante per il paziente. La causa civile, iniziata nel 2018, è ancora in corso. Due nuovi fatti si sono però in seguito inseriti. Il primo è l’arresto di Francesco Stilo del 19 dicembre 2019. Il secondo è stato il mutamento della composizione del tribunale civile, in cui era nel frattempo arrivata la dottoressa Radice, colei di cui oggi è stata avanzata la richiesta di ricusazione. Lo scenario a quel punto è cambiato radicalmente, sia in sede civile che penale. Nella sua veste di giudice istruttore la giudice ha nominato un nuovo perito che ha rovesciato la diagnosi.

Nel frattempo, con grande stupore, l’avvocato Stilo al momento dell’arresto scopriva di essere in carcere anche con l’ipotesi di corruzione per aver manipolato la causa civile in complicità con un cancelliere che lavorava nell’ufficio del presidente del tribunale e con il professor Di Virgilio. Così la situazione si ribalta, e la Asp di Vibo con il suo broker assicurativo diventano le vittime invece dei colpevoli, tanto che si costituiscono parti civili nel processo “Rinascita Scott”. Ma mancava ancora l’ultimo colpo di scena.

Quando, dopo tafferugli e ricusazioni varie che facevano spostare in altri collegi pezzetti di processo, dovette lasciare per motivi di salute la giudice Gilda Romano, nel maggio 2022, ecco arrivare come sua sostituta proprio la collega Radice. La quale pare non porsi alcun problema di astensione per il suo ruolo di Giano bifronte. Eppure è la stessa che ben conosce l’imputato Stilo, anche se in altra veste e in altro ruolo. Quello in cui proprio lei, come giudice civile, ha già dimostrato di non dargli credito e ha nei fatti già anticipato un giudizio di colpevolezza nei suoi confronti. Non si è astenuta, ma viene ricusata. Deciderà la corte d’appello di Catanzaro.

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Politica e giornalista italiana è stata deputato della Repubblica Italiana nella XI, XII e XIII legislatura.