Il fiume di manifestanti contro il green pass non si è visto. Nell’assolato piazzale antistante alla stazione Tiburtina si accalcano giornalisti, videoreporter e tanti uomini delle forze dell’ordine a presidiare tutte le entrate della stazione. Pochi, pochissimi i manifestanti che si trovano davanti un muro di giornalisti pronti a spremere ogni singola dichiarazione. Alcuni rispondono, spaesati dall’attenzione rivolta, ma hanno anche loro una domanda: “Dove sono tutti?”.

È presto detto. Seduti all’ombra del bar, dall’altra parte della strada, Giuliano Castellino si è riunito con alcuni sparuti accoliti. Dopo le solite dichiarazioni di rito ci confida “Aspettiamo che arrivino gli altri e poi entriamo“. Dopo un’ora abbondante dall’appuntamento in piazza l’assemblea è ancora al bar ma ad aumentare sono state solo le bottiglie di acqua e the sul tavolo, di nuovi manifestanti neanche l’ombra.

Poco alla volta le telecamere migrano e si accorgono che la manifestazione è diventata assemblea e l’assemblea un comizio. Castellino tiene il banco su tutti gli argomenti: libertà vaccinale, docenti impossibilitati a insegnare senza green pass, violenza fisica nelle manifestazioni e anche i suoi anni di carcere. Se la prende con i medici che fanno terrorismo: “Bassetti chi? Pensavo che Bassetti era quello che fa i piumoni”.

I ragazzi iniziano a raccogliere lo striscione ‘Italiani Contro Il Green Pass’, l’enorme bandiera tricolore viene accuratamente ripiegata e la manifestazione per cui sono state dispiegate forze da occupazione militare si disperde. Almeno qui a Roma, perché come tiene a far sapere uno dei manifestanti usciti dal bar ‘A Milano e Torino sta a succede un casino’! Sui gruppi Facebook si rincorrono le notizie di posticipi serali della manifestazione e di lievi disordini in altre città ma a Tiburtina, per ora, è calma piatta.