Se volgiamo lo sguardo indietro, circa cento anni fa Virginia Woolf ci esortava a reclamare “una stanza tutta per se”. Ad avere uno spazio – materiale e mentale – dove poterci affermare liberamente. Nel settore dell’energia è ormai consueto vedere titoli di rilievo attribuiti a donne, tuttavia, è ancora difficile immaginare che il potere decisionale sposti il suo baricentro dall’uomo alla donna.

Al netto di rari esempi positivi, quando si pensa ai ruoli delle donne si tende ancora a fare stime in termini quantitativi e meno a concepire gli aspetti qualitativi in gioco. Penso che in questo settore la sfida per riuscire ad affermare il proprio modello di leadership, visione e guida -senza che ciò richieda ulteriori supervisioni- evitando che l’ingresso femminile sia solo un fattore di “buon costume”, sia ancora aperta. Serve forse maggiore coraggio nel reclamare quella “stanza tutta per sé” in cui non si tema il nuovo, si aggiri l’ovvio e si possa finalmente “inventare”. Perché se la transizione energetica è la sfida del secolo, rinunciare a una voce femminile, libera e pienamente affermata, significa spegnere la luce proprio quando ne abbiamo più bisogno.

Caterina Nigo, Responsabile Rapporti Istituzionali e Comunicazione Istituzionale, Consorzio Italiano Biogas

L’energia non è solo tecnologia e mercati, è fatta di persone: per il World Energy Council, umanizzarla è essenziale per una transizione giusta ed efficace. Un obiettivo che ha molte strade, ma tutte passano per l’inclusione. Non possiamo immaginare il futuro dell’energia senza una vera e paritaria partecipazione del mondo femminile: non per obbligo, ma per scelta consapevole, che porta innovazione, crescita e nuove competenze. La scarsa presenza femminile nel settore ha molte cause, tra cui il limitato accesso alle discipline STEM. Avvicinare le giovani all’energia è cruciale, non solo per formare future professioniste, ma anche ispirare cittadine più consapevoli, su un tema complesso e difficile da raccontare. Senza conoscenza non c’è fiducia, e senza fiducia non c’è partecipazione. Per questo, con WEC Italia, promuoviamo il progetto Women in Energy: un percorso condiviso, che mette a fattore comune le esperienze delle aziende, per avvicinare sempre più donne al mondo dell’energia e colmare un gender gap che ne frena la crescita. Perché da sole possiamo fare molto, ma insieme ancora di più.

Ilaria Danesi, Responsabile Comunicazione WEC Italia

La mia passione per le materie scientifiche è nata presto, ma più che da un’inclinazione naturale sono stata guidata da un’innata curiosità verso il mondo intorno a me, che crescendo si è orientata sempre più verso le materie scientifiche e, grazie ai miei studi STEM, è diventata un percorso professionale nell’innovazione del settore energetico. Sono convinta che l’empowerment femminile nelle materie STEM possa contribuire in modo significativo a costruire un futuro inclusivo e innovativo.

Per questo è essenziale che le scuole e le famiglie sostengano le ragazze nel loro percorso, offrendo loro l’opportunità di crescere in un ambiente dove il merito e le competenze siano al centro e motivandole a perseguire le loro ambizioni senza incertezze. La conoscenza e l’innovazione non conoscono barriere di genere; un percorso di studi nelle materie STEM può essere impegnativo, ma rappresenta anche uno stimolo alla crescita che può offrire grandi soddisfazioni e un brillante futuro professionale.

Mariella Leporini, Innovation & Geothermal Energy Product Manager, Saipem SpA

Ho la fortuna di lavorare in un Gruppo con una spiccata sensibilità sociale che valorizza il talento delle donne e si impegna concretamente ogni giorno per promuovere l’inclusione e le pari opportunità. Enel ha introdotto diverse misure ad hoc, come una politica interna per la parità di genere e una policy sulla diversity&inclusion con l’obiettivo di creare ambienti di lavoro sempre più inclusivi e liberi dai pregiudizi, oltre a una serie di misure di welfare che aiutano le donne a conciliare lavoro e famiglia. Recentemente ho anche avuto l’opportunità di partecipare in prima persona, in qualità di mentor, a un’iniziativa dell’azienda di nome Back to school che, attraverso attività di mentoring, incontri di orientamento e contributi economici, sostiene le studentesse nella scelta di percorsi accademici e professionali in ambito scientifico e tecnologico, dove ancora persiste il gender gap. È stata un’esperienza molto emozionante tornare sui banchi di scuola e parlare del valore delle lauree Stem alle professioniste di domani, testimoniando alle nuove generazioni che con determinazione e coraggio si possono raggiungere obiettivi un tempo impensabili.

Sabrina Crisci, Pianificazione e Controllo Enel Italia

Quello dell’energia è, o per lo meno è stato, tradizionalmente un settore a trazione maschile. Da qualche anno la industry è protagonista di una serie di rilevanti evoluzioni che richiedono la commistione di profili professionali più “verticali” con professionalità cui si richiedono esperienze e competenze di natura differente. Sono professionalmente cresciuta in Axpo, da neolaureata in economia oggi ricopro il ruolo di Institutional & Regulatory Affairs Manager. Qui ho trovato un ambiente inclusivo e equo: la nostra realtà, a 25 anni dal suo esordio in Italia, vanta una popolazione aziendale quasi equamente rappresentata con il 47% di dipendenti donne. Dato corroborato dall’ottenimento della certificazione per la parità di genere ai sensi della UNI/PdR 125:2022. L’attenzione rivolta alla crescita professionale delle donne parte dal sostegno a percorsi di formazione in materie STEM al femminile, cosa possibile anche grazie ad aziende come Axpo che collaborano a tal fine con le Università.

Elisa Borghese, Istitutional and Regulatory Affairs Axpo Italia

Un settore energetico più equo e inclusivo è una necessità per costruire un futuro sostenibile. Oggi, le donne nel settore energetico sono ancora sottorappresentate, soprattutto nei ruoli decisionali e tecnici. Questa disparità non è solo un problema di giustizia sociale, ma anche un freno all’innovazione. La diversità di prospettive arricchisce le soluzioni per la transizione ecologica e accelera il cambiamento.
In NWG Energia crediamo nel valore delle competenze, indipendentemente dal genere. Per questo abbiamo già il 55% di donne sul totale dipendenti e il 66% di donne manager oltre ad un tasso di turnover in uscita del 3%, rispetto ad una media nazionale del 17,6% (dati Confindustria). Solo abbattendo le barriere culturali e professionali potremo garantire un progresso reale e duraturo.

Claudia Ravera, Responsabile CSR, NWG Energia spa Società benefit

Condivido sentimenti vissuti in prima persona legati al mio modo di essere woman in energy senza voler stabilire prevalenze di genere. La scelta di entrare in Assomineraria, oggi Assorisorse, dopo studi di architettura a Milano e un Master a Londra sulle risorse naturali, ha segnato l’inizio della mia carriera professionale nel settore dell’energia. Sono diventata mamma e adoro trascorrere il mio tempo libero in montagna, tipico contesto di sfida, ispirazione e rifugio. La sorpresa lungo questo percorso è stata incontrare molte donne e uomini che, tra ragione e gentilezza, hanno scelto la gentilezza. Un tratto distintivo innovativo, come deve essere l’energia. In Assorisorse mi confronto con ingegneri che dirigono attività upstream, direttori finanziari di aziende minerarie, responsabili delle strategie commerciali di multinazionali: figure femminili che hanno come loro forza la creatività, la fantasia e l’empatia. Tutte qualità che ritengo necessarie per affrontare la trasformazione digitale e l’innovazione e che sono tipiche di chi sa alzare la voce tenendola bassa, women in energy.

Monica Giarda, Direttore dei Settori Assorisorse

Sono una donna nel mondo dell’energia, un settore ancora prevalentemente maschile. Ogni giorno affronto sfide che vanno ben oltre la competenza tecnica: la necessità di affermarmi, di farmi ascoltare, di rompere schemi che per troppo tempo hanno escluso il talento femminile. Eppure, non ho mai pensato che l’energia avesse genere. L’energia è innovazione, trasformazione, visione – e le donne portano tutto questo con determinazione e competenza. Credo che il futuro del settore si scriva anche al femminile. Servono modelli che valorizzino la diversità e spazi di crescita per le nuove generazioni di professioniste. Non si tratta solo di equità, ma di progresso: un settore che esclude è un settore che si impoverisce, che rinuncia a talento, idee e opportunità. Essere una donna nel mondo dell’energia significa avere la consapevolezza che ogni scelta ha un impatto che va oltre il presente. Significa lavorare per un modello di crescita che non sia solo efficiente, ma equo, sostenibile e lungimirante. Perché la trasformazione che serve non riguarda solo la tecnologia, ma la cultura stessa del settore.

Letizia Germana Pittiglio, Relationship Manager, Solarelit Powered by Greenvolt

È dal 1992 che lavoro nel settore dell’energia e posso constatare che questo settore, per le sue tecnicalità, sconta una storica predominanza maschile. Con l’avvento della liberalizzazione, l’imporsi di temi commerciali e legali e lo sviluppo dell’informatica hanno iniziato a favorire una maggiore presenza femminile. La parità è ancora lontana da raggiungere, anche se da tempo si sta affermando un cambiamento sostanziale, che per un verso è il riflesso di sensibilità in evoluzione ma che al contempo deve molto ad aziende come Snam, impegnate al loro interno e anche all’esterno. Nel Gruppo, che nel 2024 ha mantenuto la certificazione sulla parità di genere, abbiamo oggi il 26,5% di donne nei ruoli manageriali e – al di là delle quote – sono davvero tante le iniziative che portiamo avanti su valorizzazione delle diversità, linguaggio inclusivo e contrasto di ogni discriminazione. L’aspetto che più apprezzo è l’impegno di Snam nell’affrontare il problema alla radice, collaborando con il mondo dell’istruzione per abbattere le barriere che ancora limitano l’accesso femminile allo studio delle materie STEM, imprescindibili per il nostro ambito di business.

Cecilia Gatti, Executive Director Institutional Affairs, Snam

La transizione energetica è sempre più un’opportunità per aprire il mercato del lavoro ad una maggiore diversità di genere. Il settore delle rinnovabili è molto meno maschile rispetto a quello delle fossili; le donne impiegate nel fotovoltaico, ad esempio, sono il doppio rispetto a quelle nel settore Oil & Gas, dato destinato a crescere entro il 2030. L’Italia però registra ancora il tasso assoluto di occupazione femminile più basso in Europa (dati Euripes) ed una percentuale molto inferiore alla media per il settore energia. C’è ancora molto da fare per contrastare il gap occupazionale/retributivo. Edison ha sempre considerato portante l’asse del Capitale Umano e l’Inclusione e gli indicatori sul tema di genere sono positivi: la percentuale delle donne quadro è più del 30% (dic. 2023). Il gruppo ha conseguito la certificazione per la parità di genere a fine 2023 e molte sono le iniziative intraprese in questi anni: il percorso della Mentorship, iniziato nel 2017, oggi alla sua 6° Wave, è diventato uno spazio più ampio di inclusione e cross-mentoring, la collaborazione con “Florence School of Regulation” per i progetti “Lights on Women” e “Luce Award” che promuovono la Gender Equality e, di recente, il progetto “Women in Energy” insieme a WEC Italia che ha l’obiettivo di promuovere le carriere delle giovani donne nel settore energetico.

Barbara Terenghi, Executive Vice President Sustainability, Edison

Nel mondo dell’energia e dell’ambiente la presenza femminile è storicamente limitata perché molti ruoli richiesti erano considerati prettamente maschili. Una situazione che sta cambiando. Anche A2A ha ampliato la sua visione e i progetti per valorizzare il contributo delle donne e favorire il loro sviluppo professionale. Il nostro Piano Strategico al 2035 prevede kpi legati al welfare e alla promozione della parità di genere, come il 40% di donne in ruoli manageriali e un gender balance del 96% nei CDA. Abbiamo costituito un team interfunzionale per eliminare il gender pay gap entro il 2026. Alle nostre mamme e papà è stato dedicato A2A Life Caring, un piano da 120 milioni al 2035 a supporto della genitorialità. Questo impegno è stato riconosciuto nel tempo dall’inclusione di A2A nel Bloomberg Gender-Equality Index, dalla positiva valutazione ottenuta da Equileap e nell’Inclusion Impact Index di Valore D, oltre che dalla certificazione per la parità di genere secondo la prassi UNI/PDR 125:2022 ottenuta da 13 società del Gruppo. Ritengo motivante lavorare in un’azienda dove le dichiarazioni di inclusività non sono parole ma fatti concreti e misurabili nei risultati.

Carlotta Ventura, Direttore Communication, Sustainability and Regional Affairs di A2A

Sono un ingegnere elettrico e da trent’anni lavoro in CESI. Ho scelto l’energia perché senza energia le società non crescono, non innovano, non migliorano la qualità della vita. Le donne in questo settore fanno la differenza. Portano competenze, determinazione e una visione innovativa. I dati parlano chiaro: eccellono negli studi STEM e le aziende riconoscono sempre più il loro valore, aumentando la loro presenza. Eppure, gli ostacoli restano. Pregiudizi, leadership ancora a prevalenza maschile e il difficile equilibrio tra carriera e vita privata rendono il percorso più complesso. In CESI lavoriamo per abbattere queste barriere con politiche concrete: work-life balance, equità salariale, opportunità di crescita. Ma non basta. Serve un cambiamento culturale più profondo, per spezzare il “tetto di cristallo” e valorizzare il talento senza distinzioni di genere. Perché solo un’energia davvero inclusiva potrà essere il motore di un futuro sostenibile.

Roberta Alunni, Operation Excellence Manager – KEMA Labs, CESI Group

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