Il processo per l'omicidio del ricercatore
Giulio Regeni, il racconto del padre: “Sui suoi conti meno di 10mila euro. Mai al soldo di autorità”. L’amica: “Mi disse di repressione in Egitto”
Il processo per l’omicidio di Giulio Regeni continua. Oggi, è andata in scena la terza udienza nel procedimento contro i quattro agenti egiziani accusati di aver sequestrato, torturato e ucciso il giovane ricercatore italiano nel 2016. In aula, sono stati ascoltati dei testimoni vicini al ragazzo, tra cui il padre Claudio Regeni, e alcuni amici.
Giulio Regeni, le dichiarazioni del padre Claudio
“Il sogno di Giulio era rendersi indipendente e trovare un lavoro che valorizzasse le sue capacità. La sua grande passione era lo studio: non è mai stato alle dipendenze di autorità italiane, inglesi ed egiziane. Non hai mai neanche collaborato” ha affermato il padre di Giulio Regeni nell’audizione. L’uomo ha raccontato dell’infanzia, dell’adolescenza e della vita del figlio: “Lui era appassionato di materie umanistiche, parlava bene l’inglese, l’arabo, il tedesco e stava studiando anche il francese. Fin da piccolo ha viaggiato con noi intorno al mondo”.
“Giulio era molto legato a sua sorella. Da bambini litigavano spesso come in tutte le famiglie, ma da adolescenti si confidavano molto tra loro: avevano gli stessi amici e quando lui tornava dai viaggi era solito stare con loro” ha affermato l’uomo.
In aula sono circolate le foto della vita di Giulio Regeni, con il procuratore aggiunto che ha chiesto al padre lo stile di vita del ragazzo e della sua condizione economica: “Viveva in modo non sfarzoso, vestiva in modo casual. Dopo la sua morta sul conto corrente che avevamo cointestato c’erano poco più di 1400 euro. Poi aveva un conto corrente presso una banca inglese per le spese quando viveva in Inghilterra. Su questo c’erano versamenti della società Oxford Analytica dove aveva lavorato, qualche piccolo rimborso dall’università di Cambridge per il dottorato. Il saldo era di circa 6000 sterline”.
Giulio Regeni, il tradimento del sindacalista
“La persona che ha tradito Giulio è stato il sindacalista” Mohamed Abdallah, ha detto a un certo punto il padre del ricercatore. Claudio Regeni ha aggiunto che questo tradimento “aveva amareggiato la docente della American University del Cairo con cui mio figlio collaborava”. Davanti a giudici e giuria popolare, l’uomo ha detto che la docente “aveva una ottima opinione di Giulio, era molto amareggiata di quanto avvenuto”. Intanto il pm Sergio Colaiocco ha depositato alla Corte la registrazione del colloquio risalente al dicembre del 2016 tra i genitori di Giulio e la professoressa che era il suo contatto a Il Cairo.
Giulio Regeni, la confessione all’amica
In aula, oltre al padre, anche un’amica di Giulio, che ha raccontato il rapporto con il ricercatore e soprattutto le confessioni che il giovane le riferiva: “Ultima volta che ci siamo sentiti, il 16 gennaio del 2016 via chat, mi ha detto che in Egitto c’era moltissima repressione politica ed era contento di tornare a Cambridge in primavera“. La donna ha poi parlato del suo ultimo incontro con Giulio Regeni, nel Natale del 2015: “Ci siamo visti, mi ha raccontato della sua ricerca al Cairo, che stava passando molto tempo con i venditori ambulanti, che teneva un profilo molto basso, che era molto stancante”.
Processo Regeni, le reazioni della politica tra Schlein e Tajani
Fuori la cittadella giudiziaria di Piazzale Clodio, a Roma, dove si è svolta l’udienza nel processo per l’omicidio di Regeni, in mattinata si è presentata anche Elly Schlein. La segretaria del Pd ha voluto mostrare vicinanza ai genitori di Giulio: “Ancora una volta siamo qui al fianco alla famiglia Regeni. Questo è un processo importantissimo ed è una questione che riguarda la nostra Repubblica e non solo una singola famiglia. Non dobbiamo dimenticare che questo processo ha incontrato enormi ostacoli anche per i rapporti con l’Egitto”.
Anche il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani ha parlato del caso Regeni, ospite su Sky Tg24. “Sul caso Regeni non rinunciamo alla ricerca della verità. Speriamo di risolvere la vicenda. Stiamo operando con il governo egiziano attraverso la ‘moral suasion’. Con Zaki siamo riusciti a farlo tornare in Italia, speriamo di avere risultati positivi anche sulla vicenda Regeni” ha detto Tajani.
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