Il Napoli comincia il suo secondo ritiro a Castel Di Sangro, in un clima pesante di contestazione e scetticismo. Il tifo e la razionalità non vanno mai a braccetto, si sa, ma Aurelio De Laurentiis ci ha messo del suo per far deflagrare uno scontro che sembra ormai insanabile. Anni di appellativi sprezzanti ai frequentatori delle curve e ai tifosi in generale, di politiche incomprensibili e contraddittorie sull’accesso allo stadio, sul costo di biglietti e abbonamenti; anni di polemiche inutili contro Napoli, persino contro le sue eccellenze gastronomiche, e di conflitto economico nel rapporto con il Comune sulla gestione e l’uso dello stadio hanno scavato un solco sempre più profondo tra la proprietà del club e la città.

La contestazione è divenuta aperta allo stadio durante Napoli-Genoa, nonostante i fischi preregistrati utilizzati per coprire i cori, è esplosa a Dimaro coinvolgendo finanche le famiglie con bambini dei napoletani residenti nel Nord Italia, ed è diventata virale sul web dove la richiesta di cessione del club è simboleggiata da #A16. Difficile tornare indietro, anche perché nel frattempo il Napoli è alle prese con un doloroso taglio dei costi che ha significato la partenza di giocatori importanti, simboli del Napoli degli ultimi dieci anni. Anche il pesante ritardo della campagna abbonamenti, che dovrebbe cominciare lunedì prossimo ma di cui non si sa ancora nulla, e i prezzi esorbitanti stabiliti per le amichevoli di agosto sono sembrati gli ennesimi schiaffi ai tifosi da parte della società. In questo clima, non basta più ai tifosi sapere che il Napoli rimarrà una squadra comunque competitiva, perché De Laurentiis ha l’obbligo di mantenere la squadra in condizioni di lottare per la Champions al fine di evitare ulteriori cali nei ricavi, oppure che i nuovi acquisti sembrano validi e interessanti o che c’è ancora tempo per completare la squadra.

È difficile dare torto ai tanti che restano scettici, imputando a De Laurentiis mancanza di verità e chiarezza nel rapporto con la piazza. È invece impossibile non stigmatizzare coloro che al Rione Alto si sono resi protagonisti di insulti grevi e fuori luogo nei confronti di De Laurentiis. La critica è legittima, la violenza verbale è sempre inaccettabile da qualunque parte provenga. Oltretutto, se è naturale che una città come Napoli si agiti per il pallone dovrebbe però essere più urgente e doveroso dare priorità alla lotta alla camorra, che a Ponticelli ha tolto la vita all’ennesima vittima innocente di una carneficina che sembra non avere fine. Napoli Est è teatro di scontri violentissimi da mesi, ed il fatto che in quell’area si stiano concentrando importanti risorse economiche e progetti di sviluppo e rigenerazione urbana non può essere una coincidenza. C’è bisogno di una risposta forte e coesa, della città e delle istituzioni, per evitare che il PNRR diventi l’ennesima occasione mancata.