Il retroscena
Governo Draghi, inciucio con la regia di Verdini
L’ipotesi di un governo costituente – con “tutti dentro”- presieduto da Mario Draghi potrebbe essere al centro dell’accordo tra le diplomazie dei partiti di maggioranza e opposizione. Con la legislatura ancora a metà e circa 500 nomine da fare da qui a un anno, la linea Giorgetti sembra aver prevalso sui toni duri nella Lega, se Matteo Salvini distribuisce sin dal mattino segnali di pace e inviti al dialogo “al di sopra delle parti”. Un dialogo che sarebbe in corso da settimane, in realtà. Se il famigerato incontro toscano tra Renzi e Salvini rimane smentito dagli interessati, compare un testimone che riferisce al Riformista di aver visto Denis Verdini, Matteo Salvini e Luca Lotti pranzare insieme in un noto ristorante del centro di Roma. Esattamente un mese fa. Potrebbe dunque confermarsi per Verdini il ruolo di cerniera del dialogo tra banchi di maggioranza e minoranza, come fu già ai tempi del patto del Nazareno. Matteo Renzi, a cui viene rinnovata la
domanda, è diretto: «È falso, vedo Salvini solo in Senato».
LEGGI ANCHE – I soldi dei magistrati nella banca (quasi) fallita
Lo stesso Renzi fa notare che «su Etruria non ci mettemmo una lira di soldi pubblici, qui invece ci sono 900 milioni. Poi però accusavano noi di essere amici dei banchieri». Sul tema delle banche e la difesa dei risparmiatori truffati il M5s aveva abbondato in toni duri durante la campagna elettorale. E con lo scorso governo si era schierato apertamente contro i vertici di palazzo Koch insieme all’allora alleato di governo, la Lega, chiedendo “discontinuità” rispetto al direttorio in carica ai tempi delle crisi. La vicenda PopBari scoppia in in un momento delicato, quello in cui Panetta si prepara a fare le valigie per l’Ue, pronto a sedere nel board Bce nel posto che spetta all’Italia dopo l’addio di Mario Draghi. Partenza fissata a gennaio, corsa alla successione iniziata da tempo. Il nome che circola è quello di Daniele Franco, ex ragioniere dello Stato. Ma ai pentastellati non piace. Più urgente la rediviva partita della commissione banche, a lungo dimenticata dal Conte 1.
L’obiettivo è nominare il suo presidente – che spetta al M5s, dove sono in corsa Lannutti, Ruocco e Bottici – oltre ai due vice e i due segretari. In un clima così rovente, Luigi Di Maio assicura che «c’è l’impegno delle forze politiche, non appena partirà la commissione, di chiedere i nomi e i cognomi dei debitori che hanno creato il buco della Popolare di Bari». Intanto nel centrodestra prende forma l’associazione Voce libera, ideata da Mara Carfagna, che sarà lanciata questa settimana. Si parla di almeno una trentina di parlamentari pronti ad aderire. Molti moderati soprattutto del Mezzogiorno, non solo fedelissimi dell’ex ministro come Paolo Russo e Gigi Casciello. Non sappiamo se seguirà un pranzo con Verdini, ma tutti sanno quanto ad Italia Viva farebbe gola Mara Carfagna.
© Riproduzione riservata